(ASI) Si affacciano sul panorama politico varie possibilità. In vista del costante andamento della curva dei contagi, si presenta la possibilità di un nuovo confinamento sociale. I vertici di Palazzo Chigi insistono per una chiusura totale, altri preferiscono una “zona arancione” durante i giorni delle feste di Natale.
Si sta discutendo in questi giorni il modo migliore per arginare la pandemia. Gli altri Paesi in Europa stanno chiudendo. È il caso della Gran Bretagna, dove è stata scoperta una mutazione del virus che lo rende ancora più aggressivo. Nel vertice di maggioranza PD e M5S si esclude il “rimpasto” dei gruppi parlamentari. Il governo è dunque spaccato sul “lockdown” in tutta Italia nei giorni più caldi quelli delle festività del Natale. Il suggerimento dei vertici dell’Istituto Superiore della Sanità, è quello di seguire il modello delle “zone rosse”.
Vi è comunque la necessità di lasciare maggior spazio ai cittadini. Tra queste la libertà di spostamento, rispetto alla chiusura totale del primo periodo di restrizione primaverile. La squadra di Giuseppe Conte è divisa tra chi accelera e chi frena per non far cadere il già precario equilibrio socio-economico. La mozione presentata al Senato vede la possibilità degli spostamenti tra comuni di far ricongiungere gli affetti più stretti nelle giornate del 25, 26 dicembre e 1 gennaio. La proposta non è in linea con i ministri rigoristi del PD, Franceschini e Boccia.
Vi è dunque l’esigenza di fare chiarezza sui sacrifici che dovranno compiere gli Italiani durante le festività. Molti esperti parlano della possibilità di una “terza ondata” che potrebbe risultare disastrosa. Per scongiurare la sciagura, il Presidente del Consiglio e la sua squadra dovranno essere pronti. La curva del virus come riportano i dati : “non scende come dovrebbe”. Si sono così innescate nuove tensioni. Alla luce dei 12 mila nuovi contagiati in questi ultimi giorni, i ministri Speranza, Boccia e Franceschini indicano la strada della chiusura totale. Posizione che il commissario Domenico Arcuri ha sostenuto nel confronto tra gli scienziati e che Teresa Bellanova, capo delegazione di Italia viva, contesta aprendo lo scontro sui ristori: “Non possiamo sempre cambiare posizione, come i gamberi. E non possiamo prendere misure che fanno saltare i conti economici, come la chiusura dei ristoranti a Natale.
Perché li abbiamo fatti aprire? Ora hanno comprato la merce e li chiudiamo?.” Il Governo è dunque spaccato. Le possibilità che si profilano riguardano una stretta nei giorni festivi e prefestivi da Natale fino all’Epifania per contenere ancora di più i contagi. Tuttavia se l’Italia dovesse essere dichiarata “area arancione” gli esercizi commerciali resterebbero aperti, (al contrario di bar e ristoranti). Con l’Italia rossa chiuderebbero anche i negozi. Questo comporterebbe anche uno stop agli spostamenti a Natale, il 26 dicembre e il 1 gennaio. Aspettiamo prossimi chiarimenti .
Massimiliano Pezzella – Agenzia Stampa Italia