(ASI) "In un clima surreale e difficile come quello che stiamo vivendo a causa del virus Covid-19, il peggior danno lo sta facendo chi continua a diffondere o ad alimentare notizie assolutamente prive di fondamento.
Costoro sono i veri “untori”, perché le loro false verità in questo momento non aiutano di certo a gestire la delicata fase dell’emergenza sanitaria, anzi rappresentano un ulteriore nemico invisibile che rischia di diventare ancor più pericoloso del Coronavirus.
In queste ore frenetiche tutti sembrano voler indossare i panni del Capo della Protezione Civile - al quale va il mio apprezzamento per il giusto equilibrio con cui sta affrontando questo delicato ruolo - e qualsiasi notizia, vera o falsa che arriva, viene propagata nei vari social senza alcun freno, anzi con la convinzione del “prima inoltro e meglio è” pensando così di aver contribuito alla gestione di un’emergenza sanitaria che sta diventando anche un’emergenza sociale. In effetti la preoccupazione maggiore non è tanto il possibile rischio di contagio fisico ma la paura di restare soli in un vuoto che non ci appartiene, un vuoto che viene ancora di più riempito con una connessione digitale permanente nella quale la falsa notizia trova nutrimento. Purtroppo la combinazione della paura con la superficialità nell’utilizzo delle nuove tecnologie rappresenta terreno fertile per le false notizie che dilagano e proliferano fino a superare la verità dei fatti e a stravolgerla se non vengono fermate in tempo. Succede così che un semplice limone diventa miracolosamente l’unico rimedio per contrastare il contagio da Coronavirus, che la vitamina “C” si sostituisce ad un vaccino, che anziani che partecipano ad una festa di Carnevale ben prima delle restrizioni governative passano per sadici e coscienti “untori”, che gli ospedali devono scegliere quale paziente salvare e chi no, che l’esercito USA sembra pronto ad intervenire o ancora che il volo notturno di un aereo abbraccerà l’intera penisola per sanificarla e debellare completamente il virus. A fronte di ciò, ognuno rilancia e inoltra alimentando una catena di contatti con cui si costruisce una falsa verità che costringe molto spesso le autorità a perdere tempo, prezioso, per smentire e recuperare la fiducia dei cittadini. In generale i social media hanno cambiato la nostra vita (in peggio), favoriscono sicuramente la diffusione delle notizie ma siamo arrivati al punto di non essere più in grado di controllarne la veridicità, la correttezza nella forma e nella sostanza. Il livello di falsificazione è così alto che ci si spinge a finti comunicati a firma della Protezione Civile o dei ministeri e alla diffusione di fraudolenti audio attribuiti a medici. Purtroppo in alcuni casi anche alcune testate giornalistiche, nell’ansia di pubblicare una notizia, non prendono le dovute precauzioni. Questi sono giorni concitati e difficili per tutti, giorni in cui molte persone lottano in un letto di ospedale tra la vita e la morte, alcune piangono i loro cari, altre vivono nel terrore “isolate” in casa, altre ancora sono in difficoltà economica e con le serrande abbassate. Ci è stato chiesto di sconvolgere le nostre abitudini collettive, di rimanere a casa e di fidarci delle procedure che a livello governativo si stanno mettendo in atto. Tutto questo non basta. Ognuno di noi può fare la sua parte emarginando gli “untori” della disinformazione che stanno arrecando un grave danno all’intera nazione, già messa pericolosamente in ginocchio. Noi usciremo da questo tunnel chiamato Covid-19 con strascichi pesanti, ma ci rialzeremo perché l’orgoglio italiano è forte in tutto lo stivale, e non possiamo arrenderci di fronte a chi, nascondendosi dietro una tastiera, anche in un momento così difficile prova gioia nell’infangare, falsificare e colpire alle spalle chi lavora duramente in ogni settore per contenere e gestire l’emergenza. In un momento così particolare le notizie vanno date nel modo più equilibrato possibile, altrimenti si rischia di non rendere giustizia alla verità, ma soprattutto di mortificare il lavoro di chi si sta prodigando tra mille difficoltà per l’Italia intera. Il lavoro della Polizia postale è quello di identificare i responsabili di notizie false, diffamatorie e ingannevoli, ma ciascuno di noi può fare di più: interrompere la catena dell’ignoranza, rifiutarsi di inoltrare a sua volta le notizie che non provengono da una fonte istituzionale ufficiale, bloccare questo virus che ha già contagiato molto di più del Covid-19. #SIATERESPONSABILI". Lo dichiara in una nota On.le Salvatore De Meo.