"Questo Governo, se è davvero a favore del popolo, tuteli la sanità pubblica dal processo di privatizzazione"

Curarsi sta diventando un privilegio riservato ai benestanti?

di Biagio Maimone 

(ASI) Curarsi sta diventando un bene di lusso anche in Italia. La Sanità Pubblica appare sempre più lenta e quasi stanca nell'adempiere il proprio compito inerente la prestazione delle cure e della diagnostica.

Se si accede al servizio privato si ha la possibilità di essere visitati immediatamente, rispetto a chi paga il ticket, costretto a subire  lunghe  attese, anche di anni, prima di ricevere il sospirato appuntamento, necessario per eseguire alcuni esami di fondamentale importanza  (vedi Tac).

Tutto fa pensare che anche in Italia la sanità, con il passare degli anni, stia completamente privatizzandosi.  

E’ triste dover constatare come il diritto alla tutela della salute dei cittadini stia trasformandosi in un privilegio per pochi.

Certo, ormai non sfugge a nessuno il fatto che la medicina sia uno dei settori della vita umana più legato a business impensabili.

I grandi luminari o primari, oltre a dirigere gli Ospedali pubblici, esercitano la loro professione anche in studi privati, ricevendo compensi davvero esorbitanti.

Dopo la visita privata non è escluso che i pazienti ricoverati nell'Ospedale in cui il luminare svolge il ruolo di primario siano destinatari di un occhio di riguardo in più. 

Non vi è dubbio, pertanto, che i benestanti abbiano corsie preferenziali rispetto ai poveri, purtroppo, destinati , come sempre avviene, a soffrire e ad essere ultimi, sempre  in fila, con la speranza di non ammalarsi mai!

Il dio denaro ormai regna indisturbato anche là dove occorre salvare una vita umana dalla sofferenza della malattia e della morte. Ci chiediamo dove siano finiti i diritti umani,  per la tutela dei quali, la nostra Nazione si è sempre  impegnata tenacemente.

Lo Stato italiano, uniformandosi a principi democratici, ha il dovere di evitare che la sanità divenga oggetto di una politica liberista che aspira a privatizzarla, non tenendo conto che non tutti i cittadini posseggono le risorse economiche per affrontare il costo elevato delle cure ospedaliere e dei farmaci. Curarsi non è un’opzione come andare al ristorante o mangiare in casa. Tutto può essere privatizzato tranne la sanità perché ciò significherebbe rendere disumana la medicina che è nata con lo scopo nobile di curare chi sta male ed alleviare la sua sofferenza.  Il modello americano non è un modello umano e non può essere emulato quando si parla di medicina e di cure mediche. Anche i poveri hanno diritto alle cure mediche e non solo i benestanti. Cadremo nella barbarie se impediremo a chi ha poche risorse economiche, o non ne possiede,  di poter essere curato. Tra le spese dello Stato non devono mancare quelle che riguardano la sanità per renderla più accessibile a tutti gli strati sociali e più efficiente per quanto riguarda la ricerca di cure e il proliferare di sempre nuove strutture mediche in cui siano effettuate le più raffinate terapie mediche sempre al passo con la ricerca scientifica.

Le spese che lo Stato deve stanziare a favore della Sanità devono prevedere anche la facilitazione del ricovero ospedaliero e la gratuità di farmaci vitali, stranamente sempre più costosi a tal punto da divenire inaccessibili a molti.

Ma è certo che non è lontano il tempo in cui tutti i cittadini onesti e di buona volontà metteranno in campo le loro migliori energie per garantire sempre la gratuità delle cure mediche e la più elevata qualità delle prestazioni mediche da parte degli addetti ai lavori.  L’Italia è, senza dubbio, uno Stato democratico che non lascerà la sanità preda delle lobby economiche, spietate e senza anima.

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