(ASI) Situazione tranquilla in senato, dal momento che la maggioranza dei parlamentari non dovrebbe consentire l’avvio del processo contro Matteo Salvini, accusato del reato di sequestro aggravato di persona in seguito al caso della nave Diciotti.
Il numero due di palazzo Chigi avrebbe dovuto consentire, secondo le accuse, lo sbarco di coloro che erano a bordo del mezzo lo scorso agosto. “Quei 4 giorni – ha replicato il capo del Viminale oggi in Aula - sono stati risolutivi. Abbiamo risolto il problema senza esporre a rischio i passeggeri”, ricordando così il proprio impegno mostrato nell’autorizzazione relativa alla fornitura dei generi di prima necessità e nell’adozione di provvedimenti adeguati volti a salvare le vite umane. “Non sarò mai il ministro – ha precisato – che lascia morire una sola persona nel mare Mediterraneo senza muovere un dito”. Ha ribadito tuttavia la sua fermezza: “Io sono per meno porti aperti, meno sbarchi, meno morti. Più che porti aperti, qualcuno vuole più cimiteri aperti”. Il vicepremier ha annunciato dunque la propria linea difensiva: “Quando si mette in dubbio che, col mio lavoro, abbia abusato della mia carica per qualcosa che ho fatto, faccio e rifarò per difendere i miei figli, mi emoziono”, ha ammesso, ponendo in risalto le convergenze tra la ricostruzione della vicenda e quella della medesima descritta dal procuratore di Catania. Ha espresso il proprio apprezzamento per l’operazione, compiuta oggi da quest’ultimo, che ha portato all’arresto di 14 componenti “di un clan mafioso per traffico di droga e armi. I ministri passano, le forze ordine e la magistratura sane restano e quindi li ringrazio perché fanno il loro lavoro”.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia