(ASI) - Dopo il caso della nave “Diciotti”, ancora ferma nel porto di Catania con all’interno tutti i richiedenti asilo, l’Italia ha chiesto all’Europa di fare di più in merito alla vicenda immigrazione ma le richieste del governo Conte sembrano essere rimaste inascoltate.
Infatti non si è trovato ancora nessun accordo a Bruxelles sulla redistribuzione dei migranti e l’Italia minaccia una vera e propria ritorsione sui fondi destinati alla Ue. Il portavoce della Commissione Europea Alexander Winterstein ha affermato: “C’è un chiaro obbligo legale a pagare il contributo. In Europa, le minacce non servono a niente e non portano da nessuna parte. L’Italia ha ricevuto 10 miliardi di euro nel 2107, quasi 12 nel 2016, oltre 12 nel 2015, benefici monetari che sono soltanto una piccola parte dei benefici che derivano dall’appartenenza alla Ue e al mercato interno”.
Solo la Germania ha affermato che l'Italia non va lasciata sola mentre da Parigi e da Madrid arriva solo silenzio.
Dal canto suo, il premier Conte dichiara: “L’Europa non è riuscita a battere un colpo in direzione dei principi di solidarietà che pure vengono declamati. Ne trarremo le conseguenze. Ancora una volta misuriamo la discrasia, che trascolora in ipocrisia, tra parole e fatti”.
L’Italia sembra essere rimasta sola e il governo minaccia di detrarre denaro dai contributi italiani al bilancio europeo dei soldi spesi per la gestione dei flussi migratori.
Il Ministro dell’Interno Matteo Salvini, ha dichiarato di non voler far scendere i 150 migranti rimasti ancora a bordo della “Diciotti” ma apre ad un’altra possibilità e cioè all’identificazione a bordo di chi ha diritto all’asilo politico e dunque al riconoscimento dello status di rifugiato. Per gli altri sarebbe invece prevista l’espulsione.
Infine interviene anche Luigi Di Maio affermando che: “I confini dell’Italia sono i confini dell’Europa”.
Claudia Piagnani - Agenzia Stampa Italia



