(ASI) «Il mondo dello sport, ed il calcio in particolare, attraggono molte scommesse. Non è nostro interesse impedirle ma è necessario regolamentarle». Lo ha dichiarato il ministro dell’Interno Roberto Maroni, nel corso di una conferenza stampa seguita all’incontro di stamattina al Viminale con i presidenti della Federazione italiana gioco calcio (Figc) Giancarlo Abete e del Comitato olimpico nazionale italiano (Coni) Giovanni Petrucci.
Nel corso della riunione è stato affrontato il tema della regolarità degli eventi sportivi per organizzare azioni affinché, come ha precisato Maroni, «ciò che è emerso in questi giorni sul calcio scommesse non si ripeta». In Italia, infatti, il giro delle scommesse sportive è molto elevato: oltre 6 miliardi di euro, dei quali 4,4 riguardano il calcio e 1,7 l’ippica.
Sulla base dell'esperienza positiva dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, che ha sviluppato una serie di iniziative che hanno ridotto gli episodi di violenza, ha proseguito il ministro, «si è deciso di creare un'unità investigativa sulle scommesse sportive, che avrà lo scopo di raccogliere informazioni e valutare le segnalazioni di anomalie che provengono dai concessionari». La struttura verrà formalizzata lunedì prossimo, con una prima riunione operativa entro la fine della settimana entrante.
Nel campionato scorso, sono stati 38 i casi segnalati di partite anomale. D’ora in avanti, ha sottolineato Maroni, «questi avvisi saranno valutati dall'unità investigativa che abbiamo creato e che vuole mettere in sicurezza gli eventi sportivi». L'organismo agirà sulle scommesse fatte in Italia mentre, per quelle fatte in Europa, il responsabile del Viminale si è impegnato a proporre all’Unione europea la creazione di un network sul modello dell’unità italiana.
Il gruppo operativo invece che condurrà le indagini sarà una task-force composta dal Servizio centrale operativo (Sco) della Polizia di Stato, dal Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata (Scico) della Guardia di Finanza, dal Raggruppamento operativo speciale (Ros) dei Carabinieri e dalla Direizone investigativa antimafia (Dia). Quest’ultima, ha concluso il ministro, «perché non possiamo escludere che dietro gli illeciti ci sia la mano della criminalità organizzata».