(ASI) Roma – "Ci serve un'Italia al centro della zona euro, che rispetta le regole che sono applicate in maniera intelligente e flessibile nel suo caso" - Lo ha dichiarato il commissario agli Affari economici Ue, Pierre Moscovici - commentando a caldo le parole del segretario del PD, Matteo Renzi sui conti pubblici. "L'Italia – aggiunge Moscovici - non può lamentarsi delle osservazioni della Commissione, visto che è il solo Paese che ha beneficiato di tutta la flessibilità del Patto".
Da parte del segretario Renzi, arriva la replica: "Ho grande rispetto per i commissari europei, che siano o meno d'accordo. Ma è possibile che ci dicano sempre cosa fare e poi non siano in grado di mantenere gli impegni sui migranti e i ricollocamenti? comincino a far rispettare le regole su quel fronte".
Sulla questione, è intervenuto anche il Presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, dichiarando che "I Paesi non decidono il deficit da soli. Stare al 2,9% del deficit per cinque anni sarebbe fuori dalle regole di bilancio. Non è una decisione che un Paese può prendere da solo, in questa unione monetaria ci si sta insieme. Sono sempre aperto a rendere le regole più efficienti, efficaci ma non possiamo unilateralmente dire che le regole non sono per me quest'anno e per i prossimi cinque. Le regole che abbiamo approvato, vanno rispettate".«Facciamo un dibattito con Renzi sul futuro del Patto, ma non decidiamo per un Paese soltanto, non funzionerebbe», ha aggiunto. «C’è un dibattito politico in corso se le nostre regole sono ancora efficaci o se andrebbero cambiate, molti dicono che dovrebbero essere più flessibili e più semplici. Ma appena entri nel dibattito su come cambiarle ci sono grandi disaccordi e grandi problemi. Cambiare le regole non sarà semplice, ma sono aperto alla discussione»
L’ex premier, non ci sta e incalza l’Ue, aggiungendo che il presidente Dijsselbloem ha «un pregiudizio, come alcuni dirigenti europei, e non si rende conto che di fiscal compact e austerity l’Europa muore».
Lo scontro Renzi-Ue sulla rottamazione del Fiscal Compact è una mossa politica che potrebbe beneficiare l’ex premier in vista delle prossime elezioni ma è ormai assodato che l'idea non convince il ministro dell'Economia, Piercarlo Padoan, che la definisce così: “Un tema per la prossima legislatura”. E anche il ministro per lo Sviluppo, Carlo Calenda, non è pienamente d’accordo: "Aumentare il deficit è un rischio da prendere solo se si spinge su investimenti, privatizzazioni e riforme” – aggiunge il Ministro - "Le proposte su una revisione del fiscal compact mi convincono se sono articolate come un piano industriale concreto che puntando su pochi fattori di crescita del Paese, sia in grado di accelerare il processo oggi in atto, cioè agganciare la domanda internazionale". "Per noi - aggiunge Calenda - questo significano beni ma anche turismo secondo un percorso che ha fatto anche la Germania portandola a una crescita di lungo periodo".
Insomma, oltre al presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem e il commissario agli affari economici Pierre Mosovici, la bocciatura arriva anche da uomini interni al PD, che non sono pienamente convinti come del resto l’opposizione, in primis la Lega Nord che conferma il suo giudizio negativo nei confronti del Fiscal Compact, e attacca: "E' surreale che oggi Renzi venga a dire che bisogna abolire il Fiscal compact. Un'offesa verso i cittadini visto che questo trattato fu votato da tutti tranne che dalla Lega", dichiarano i capigruppo di Camera e Senato Gian Marco Centinaio e Massimiliano Fedriga. "Ora – aggiunge la Lega - il Pd cambia idea e segue quello che noi diciamo da anni, così come sta avvenendo anche per la questione dell'immigrazione. Gli italiani non possono essere presi in giro. Renzi chieda scusa perché le misure votate dal Pd hanno prodotto solamente danni e stanno affossando il Paese. Ora non vengano a raccontare balle. Sono loro gli artefici di questo disastro. Chiedano scusa e si facciano da parte".
Edoardo Desiderio – Agenzia Stampa Italia