(ASI) "La Commissione giustizia ha proceduto all'approvazione dell'articolo 38-bis come risultante dall'emendamento governativo che lo aveva proposto. Devo dire che non è stato approvato alcuno degli emendamenti e che quindi il testo che noi portiamo in Aula è corrispondente in maniera integrale a quello proposto dal Governo".
Lo dichiara il presidente della Commissione Giustizia Nico D'Ascola intervenuto in Aula ad apertura dei lavori. "Devo però anche informare l'Assemblea del fatto che la 2a Commissione non ha inteso recepire un parere condizionante espresso, ai sensi dell'art. 81 della nostra Costituzione, dalla 5a Commissione. La 5a Commissione ha ritenuto di esprimere un parere condizionante perché si sarebbe dovuto introdurre un subemendamento il quale imponesse al Governo che i decreti di cui ai commi 2 e 3 dell'articolo 38-bis , quando parlo del decreto di cui al comma 2, faccio riferimento a un decreto interministeriale, quindi di un atto amministrativo, e quando parlo del decreto di cui al comma 3, mi riferisco al decreto legislativo per l'appunto preveduto da tale comma, dovessero essere corredati di relazione tecnica inviata alle Commissioni competenti sul versante dei profili finanziari perché esprimessero il loro parere. La 2a Commissione - prosegue il presidente - ha mosso un'obiezione a tale parere vincolante ed ha ritenuto che due siano gli aspetti posti all'attenzione della 5a Commissione. Intanto, per quanto riguarda il decreto di cui al comma 3, quindi il decreto legislativo, ha ritenuto che l'obbligo di inviare il decreto corredato di relazione tecnica alle Commissioni competenti per i profili finanziari fosse già preveduto dall'articolo 34, al quale l'articolo 38-bis faceva espresso riferimento al suo comma 3. Poi la 5a Commissione ha riconosciuto che effettivamente vi fosse questo richiamo e che pertanto la duplicazione di un obbligo di inoltrare il decreto legislativo corredato di relazione tecnica fosse superfluo, in quanto tale obbligo era già preveduto. A questo punto il problema si è spostato con riferimento al parere condizionante sul versante del richiamo al secondo comma dell'articolo 38-bis, ossia al decreto interministeriale e quindi all'atto amministrativo. Tutta la 2a Commissione ha posto il problema della bollinatura del testo e quindi in un certo senso riteneva superfluo il parere, in quanto il testo dell'articolo 38-bis era già recante la bollinatura dello Stato. Poi - conclude D'Ascola - si è posto il problema della necessità di un parere di una Commissione parlamentare relativamente ad un atto amministrativo, pur nella consapevolezza che ci sono atti amministrativi che nella prassi sono assoggettati al parere delle Commissioni competenti sul versante dei profili finanziari. Noi abbiamo votato il testo dell'emendamento, cioè dell'articolo 38-bis e poi mi è stato conferito mandato di riferire all'Assemblea".