(ASI) Roma - "L’episodio della sospensione dell’attività di Broncologia diagnostica e di emergenza per la gravissima carenza di strumenti endoscopici è solo l’ultimo degli eventi critici che affliggono il San Camillo nei nostri giorni.
Si può partire dai 700 infermieri su 1800 a tempo pieno che riducono le attività assistenziali delle Unità Operative su 24 ore, all’eterno e mai risolto problema legato alla sicurezza e alla viabilità dell’Ospedale per arrivare, non ultimo, alla serie di lavori per la messa in sicurezza di alcuni padiglioni (Materno Infantile, Lancisi) sulla carta deliberati da mesi ma di fatto ancora non realizzati.
Questo è oggigiorno una piccolissima parte dei problemi che soffocano il San Camillo, un Ospedale dove molti di noi sono nati e dove lavorano migliaia di dipendenti sempre pronti ad aspettare dalla Regione un raggio di speranza che tarda ad arrivare. Capiamo (poco) le politiche di rientro, capiamo (ancor di meno) le passerelle di ogni colore politico che arrivano in corteo dalla Regione nel tentativo di convincerci che tutto va bene ma, alla fine, chi lavora e chi suda tutti i giorni conosce veramente i problemi di un Ospedale che oramai ha perso da tempo, non certo per colpa dei suoi Dipendenti, il suo ruolo storico di 'Ospedale di Roma'.". Lo dichiara con una nota il Segretario Aziendale del NURSIND Stefano Barone.