(ASI) Il Tea Party è un movimento politico contemporaneamente , liberista, libertario e conservatore che è nato negli USA nel 2009 attraverso una serie di proteste popolari locali coordinate a livello nazionale con l'obiettivo di contrastare le leggi federali che venivano ritenute ingiuste.
Dapprima questo gruppo di pressione ha origine da una costola più oltransista dei repubblicani. Poi il fenomeno Tea Party diventa non soltanto una questione interna al mondo conservatore, anche se sembra aver cambiato i connotati della destra americana da movimento impegnato in una guerra culturale e religiosa a una guerriglia liberista e libertaria (l'omosessualità di Ken Mehlman, l'artefice della rielezione di Bush nel 2004), non ha sconvolto più nessuno, in tempi in cui negli Usa ci si accende solo per tasse, spesa pubblica e deficit. Il movimento sbarca pure nel nostro paese andiamo a conoscere in dettaglio il suo decalogo, analizzando anche quali sviluppi potrebbe avere.
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Tetto invalicabile al totale delle tasse -fissato costituzionalmente- per cittadini, famiglie e imprese (non distante dal 20% del reddito lordo, “curva di Laffer”). Aliquota unica per tutti (“Flat Tax”). Quoziente familiare. Abolizione del sostituto d’imposta.
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Numero di dipendenti statali, regionali, degli enti locali e degli altri enti pubblici di ogni ordine e grado non superiore a una percentuale prefissata (media europea). Non più di un dirigente ogni 20 dipendenti. Dirigenti superiori solo a contratto temporaneo (Spoyl system).
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Obbligo per enti pubblici di ogni ordine e grado alla percentuale massima del 20% del proprio bilancio per spese fisse (stipendi, affitti, etc.). Consulenze esterne pagate attingendo al monte stipendio dei dirigenti.
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Assegnazione dei seggi parlamentari (regionali e degli enti locali), solo in proporzione alla percentuale di votanti.
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Divieto a qualsiasi ufficio pubblico di chiedere a cittadini e imprese documenti e dati già in possesso della pubblica amministrazione: decadimento e interdizione perpetua per sindaci, assessori, presidenti e dirigenti che non ottemperano a disposizioni di legge.
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Allargamento basi della democrazia: riconoscimento giuridico di partiti, sindacati e associazioni; bilanci pubblici, obbligo di regole interne democratiche.
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Allargamento basi della democrazia: divieto di cumulo di cariche pubbliche (consigliere, presidente, sindaco, dirigente di partito/sindacato, etc.).
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Allargamento basi della democrazia: incompatibilità tra cariche di partito e cariche elettive.
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Allargamento basi della democrazia: eletti dipendenti pubblici massimo 30% del totale. Forme di rappresentanza per tutti i mestieri e categorie sociali e per tutti i territori.
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Repubblica presidenziale. Premio di maggioranza.
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Non più di duecento parlamentari. Non più di 30 parlamentari europei italiani, stesso stipendio dei primi. Riduzione di 2/3 del contributo italiano all’onu e alla cee.
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Stipendio dei parlamentari non superiore al 150% di quello percepito prima (con tetto max € 7.000mensili).
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Massimo dieci ministeri e dieci ministri. Riduzione autority, enti speciali e “sottobosco” del 90%.
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Nessun stipendio pubblico o pensione superiore a € 7.000,00 mensili compresi benefit.
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Trattamento economico dei consiglieri regionali uguale ai parlamentari. Abolizione della Regione Molise (da aggregare con l’Abruzzo). Abolizione statuto speciale delle regioni.
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Riduzione del numero di province alle originarie 92. Poi abolizione delle province nelle regioni con sole una, due e tre province. Abolizione delle Prefetture, delle Comunità Montane fuori dalle montagne, delle Camere di Commercio.
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Riduzione sedi universitarie al numero del 1970. Finanziamento pubblico non superiore al 50% dei costi. Riforma Gelmini.
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Servizi pubblici (trasporti, acqua, rifiuti, energia, scuola, sanità, sicurezza, etc.), erogati in regime di libera concorrenza tra imprese (private o statali è secondario). “Buono scuola”, “buono sanità” in mano all’utente. Sovranità del consumatore.
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Forti incentivi alla famiglia tradizionale e alla procreazione. Forti incentivi (defiscalizzazione) alla libera iniziativa imprenditoriale e alla concorrenza. Forti incentivi al volontariato di prossimità.
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Abolizione degli ordini professionali. Abolizione valore legale della laurea. Abolizione obbligo al notariato.
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Separazione netta tra inquirenti e giudici: terzietà del giudice. Abolizione dei tar, del giudice del lavoro e di ogni magistratura extra-ordinaria. Divieto di rinvio delle udienze. Controllo di presenza per i magistrati. Responsabilità civile dei magistrati.
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Abolizione Statuto dei Lavoratori e legge Gozzini.
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Abolizione canone rai, vendita della rai. Divieto di denaro pubblico ai mass media nazionali.
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Divieto di finanziamento pubblico a fondo perduto alle aziende private: Alitalia a Fiat, etc.
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Piano nazionale energia, pari dignità al nucleare, stop agli incentivi al falso alternativo.
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Opere pubbliche: divieto di subappalto; fideiussione dell’appaltatore almeno del 70% del valore dell’opera appaltata.
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Obbligo di urbanizzazioni complete a carico del costruttore.
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Centralità del patrimonio culturale a naturale della Nazione.
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Delegificazione, semplificazione, sburocratizzazione. Controllo e valutazione da parte di organismi indipendenti misti (casalinghe, liberi professionisti, cittadini sorteggiati, etc.).
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Concorsi pubblici col metodo del sorteggio, applicato sul 30 o 50 o 70% di idonei selezionati per titoli ed esami.
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Commissione parlamentare di inchiesta (“Processo di Norimberga”) sulla spesa pubblica degli ultimi 30 anni. Diritto perpetuo di rivalsa sui responsabili politici e amministrativi e loro eredi.
Commento finale
Non si sa quale adesione possa riscuotere il Movimento Tea Party e se avrà presa in Italia, di certo questo fenomeno tutto americano se trovasse buoni consensi anche da noi, la cosa decreterebbe la fine della credibilità della politica nostrana. A cui deriverebbe pure il declino dei partiti tradizionali e l'affermarsi di spontanei movimenti trasversali, formati da persone di diversa provenienza politica, unite dall'estemporanea volontà comune di risolvere i problemi contingenti e primari e non da un progetto a lungo raggio, serio perché basato su dei grandi valori condivisi. Inoltre, un aspetto importante da valutare è che per fare politica con successo, occorrono disponibilità di danaro, strutture e coordinamento organizzativo molto efficienti. Per questo motivo dobbiamo conoscere chi finanzia il Movimento Tea Party in America e in Italia.
Al momento sappiamo solo che, negli Stati Uniti, il cemento che tiene insieme gli aderenti al Tea Party non è una presa di coscienza delle cause che hanno portato a questa situazione degenerativa mondiale, ma semplicemte ciò che accumuna gli aderenti sono il contrastare le leggi federali, ergo gli interessi prettamente localistici. Così come nelle rivendicazioni del Tea party non c'è nemmeno un accenno alla possibilità di mettere in discussione per superare il sistema social-democratico-ultra-liberista e il mercato globale, che sono le principali cause degli enormi problemi che sta vivendo la gente.
La rivolta del pane, la lotta per la difesa dei posti di lavoro, la crisi economica per colpa delle speculazioni finanziare che minacciano le stabilità economica e l'esistenza degli stati nazionali, dovrebbero farci aprire gli bene occhi sui pericoli in atto. Occorre si una nuova sintesi, ma questa deve essere costruita facendo tesoro degli errori del passato ma anche azzerando gli infecondi retaggi precedenti. Bisogna costruire insieme un grande movimento che si fondi su solide basi e su giusti presupposti condivisi. Una progetto che fa prevalere le necessità reali dei molti e non i privilegi dei pochi. Solo così il progetto comune potrà avere successo in prospettiva, altrimenti i movimenti sono degli estemporanei tentativi che accendono le folle, ma il cui fuocherello dura l'attimo fuggente consentito ad un minuscolo cerino. Invece il mondo necessità di altro, ossia che una piccola fiamma possa nascere un grande e duraturo incendio. ...
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