(ASI) Perugia. In seguito ai continui disagi che affliggono ormai da un anno la circolazione stradale del nodo di Perugia, l’Onorevole Pietro Laffranco ha annunciato la deposizione di un’interrogazione ufficiale al ministro dei trasporti e delle infrastrutture Graziano Delrio. L’On. Laffranco spiega, in un intervista esclusiva gentilmente concessaci, le motivazioni alla base dell’interrogazione al ministro Delrio. Nel corso dell’intervista anche l’On. Laffranco parla anche del rapporto tra tempistiche e sviluppo e fa una breve analisi della viabilità attorno al capoluogo umbro alla luce della prossima apertura di Ikea a Perugia.
- On. Laffranco potrebbe spiegare perché ritiene necessario fare un’interrogazione ufficiale al ministro Delrio riguardante la situazione della viabilità del raccordo Perugia – Bettolle?
La mia interrogazione riguarda la vicenda dei lavori stradali. Io sono un sostenitore delle opere pubbliche, che si facciano. Nel caso di specie ritengo giusto, anzi, ritengo utilissimo, urgente, che l’Anas abbia voluto investire milioni di euro nella manutenzione del raccordo Perugia – Bettolle che è frequentatissimo. Peraltro rimane opera incompiuta nel senso che, come è noto, Perugia ha bisogno di uno sviluppo infrastrutturale e viario migliore di quello che ha ad iniziare dal cosiddetto “Nodo di Perugia”. Detto questo, e quindi ribadisco che non sono certo uno di quelli che dicono che i lavori non vadano fatti, pur avendo delle difficoltà per quello che riguarda la circolazione, però credo che si sarebbe potuto fare tutto con un po’ più di intelligenza. Fare tutti questi lavori insieme, senza che l’Anas si sia coordinata adeguatamente con le altre istituzioni, oppure si è coordinata ma il risultato è stato quello che è sotto gli occhi di tutti (lunghe code e tempi di percorrenza elevatissimi nei tratti interessati), ha portato difficoltà giornaliere enormi per quanto riguarda la circolazione in entrata ed in uscita da Perugia per le centinai di migliaia di mezzi che ogni giorno entrano ed escono dal capoluogo regionale. Se poi a questo noi aggiungiamo che non c’è stata la volontà di avere un occhio di riguardo alla manifestazione denominata Eurochocolate, ed anche riguardo al fatto che in questi mesi il comune il comune di Perugia ha promosso, assieme all’Enel, quegli importantissimi lavori con i quali si sta procedendo all’installazione della banda ultralarga, che darà un notevole sviluppo economico alla nostra città; mi da l’idea che tutto ciò non abbia denotato una grande capacità organizzativa da parte dell’Anas. Aggiungo che io già interrogai il ministro delle infrastrutture e per suo conto mi rispose il segretario De Caro, dicendo “guarda va bene tutto, va bene i lavori, però a mio avviso, proprio perché conosce le difficoltà nei flussi di traffico in entrata ed in uscita da Perugia, che poi ci sono difficoltà anche senza i lavori, qui secondo me ci vogliono dei turni supplementari perché tanto più i lavori si sviluppano velocemente, tanto meno ci saranno disagi. Anziché starci due anni se ci stiamo un anno per i cittadini è meglio”. Venni rassicurato del fatto che l’Anas aveva richiesto alle ditte appaltatrici, non so neanche di chi si tratti, e francamente non mi interessa saperlo, di fare dei turni supplementari sabato, in notturna, la domenica, ecc, per abbreviare i lavori. Naturalmente so bene che ci sono alcuni lavori che di notte non si possono fare per una questione ambientale, ma altri se ne sarebbero potuti fare. Siccome ho la sensazione che questi lavori, questi turni supplementari per accorciare i lavori non siano stati fatti, perché essendo uno che purtroppo deve prendere la macchina costantemente da Perugia a Roma per fare il mio lavoro di avvocato e di parlamentare, allora ho presentato una nuova interrogazione con cui voglio avere il rendiconto di questi turni supplementari. Cioè se ci sono stati o meno. E, ovviamente, chiedo anche in caso non ci siano stati, chiedo conto anche delle motivazioni, perché ero stato rassicurato lo scorso gennaio quando le vicende del traffico, del caos quotidiano si erano già manifestate in maniera evidente. Qui parliamo di 10 mesi che sono trascorsi. Io vorrei capire se ci volevano tutti questi 10 mesi per fare questi lavori. Bisogna essere chiari. Qui non si tratta di non essere mai contenti e di lamentarsi per i lavori, ma insomma, visto che non ci sono i soldi per fare quello di cui la città avrebbe bisogno, cioè il nodo viario intorno a Perugia, il raddoppio all’altezza di Collestrada, il ricongiungimento tra San Martino in Campo e l’ospedale Silvestrini. Di quest’ultimo progetto se ne parlato per anni. A fronte di tutto ciò, bisogna far funzionare almeno quello che c’è. Per un verso va bene la manutenzione straordinaria che viene fatta, però non ci stiamo due anni a farli questi lavori perché sembra proprio una cosa stupida. Ecco perché l’interrogazione che, molto probabilmente, troverà risposta giovedì 20 ottobre in commissione trasporti, oppure in commissione lavori pubblici. Il gruppo di Forza Italia ha dato alla questione priorità e quindi sono certo che avrò l’occasione di avere risposte in tempi rapidi in commissione con “question time”. A questo proposito ho infatti trasformato l’interrogazione che pretendeva risposta scritta in un “un question time” per avere risposte entro la settimana.
- Curiosamente un anno fa, cioè durante l’edizione di Eurochocolate 2015, ci fu invece apparente coordinamento tra Anas e comune di Perugia in quanto i lavori vennero sospesi, o almeno si redasse una tabella di marcia tale da ridurre i disagi per i cittadini. Secondo lei perché quest’anno invece la coordinazione è mancata?
Onestamente non so spiegare il motivo per cui non c’è stato accordo tra Anas e Comune quest’’anno. Però io auspicherei una collaborazione istituzionale sempre maggiore. A mio avviso, in questa vicenda, il comune di Perugia è assolutamente parte lesa perché lo è la città e lo sono i cittadini. Ora bene i lavori, ma i lavori non possono durare in eterno. Io ho la fortuna di aver girato abbastanza, sia per lavoro e che per piacere, e ho visto che i lavori si fanno quasi tutti di notte. Ora, è ovvio che i lavori non si possano fare tutti di notte, ma la velocità con cui vengono fatti i lavori all’estero, e sfido chiunque a smentirmi, e senza altro molto maggiore di quella con cui vengono fatti in Italia. Senza arrivare a casi cronici o patologici come la Salerno – Reggio Calabria che dura da trent’anni. Li ci sono questioni complicate e di altra natura. Però non ci possono volere due anni per fare la manutenzione straordinaria sulla Perugia – Bettolle. Non esiste al mondo. Bisogna che l’Anas si organizzi diversamente, metta delle condizioni nuove alle aziende che vincono gli appalti e ci siano dei lavori veloci. Altrimenti è inutile che mi accomodi la strada se mi fai due anni di disagio. Non è sintomo di efficienza.
- Si dice che alcuni lavori si siano ripetuti negli stessi punti e hanno interessato le medesime parti della carreggiata, è vero?
Mi è stato infatti segnalato che ci sono delle parti riparate dove l’asfalto è già saltato. Io onestamente non li ho visti. Riporto solo quello che mi è stato riferito. Tra l’altro l’ho pure letto su qualche organo di stampa. Però, prescindendo da questo che sarebbe un fatto piuttosto grave, perché significherebbe che i lavori sono stati fatti male evidentemente, l’Anas dovrebbe aver un metodo di lavoro differente. Non abbiamo bisogno di fare semplici opere pubbliche. Abbiamo bisogno di fare buone opere pubbliche. Di farle velocemente perché altrimenti stare al passo con gli altri paesi diventa impossibile, tanto più per noi che perugini. Perugia è notoriamente isolata. Abbiamo un aeroporto piccolo e dei collegamenti ferroviari disastrosi. Almeno le strade, non solo teniamole bene, ma rifacciamole alla svelta; non credo di chiedere “l’America”.
- Alla luce dell’atavico isolamento umbro e di queste carenze strutturali, oltre che della mancanza di una buona interoperabilità tra i vari vettori, si potrebbe dire che la E45 è una struttura strategica tanto per la città di Perugia, quanto per la regione e per il paese?
La E45 è sicuramente un opera strategica. Si tratta dell’unica trasversale ed unico asse nord – sud veramente serio che attraversa il centro Italia. Però io più che di un isolamento strutturale umbro, parlerei più di un isolamento della parte mediana, e soprattutto del capoluogo. Basti pensare che Terni ha dei buoni collegamenti ferroviari, Spoleto e Foligno hanno anch’essi dei collegamenti ferroviari migliori di Perugia. La parte del lago Trasimeno ha collegamenti con Terontola e Chiusi, data la loro vicinanza. Queste zone, almeno a livello ferroviario, non stanno messe malissimo. E soprattutto nessuna delle sopraddette situazioni non ha “l’inferno” del tratto della E45 che va da Collestrada a Corciano. Si tratta di un inferno semplicemente perché si è di fronte ad un opera incompiuta. Basti pensare che se tutti quelli che vengono dall’ospedale Silvestrini e dalle zone adiacenti, oltre che dai paesi, e dalle frazioni limitrofe, se potessero disporre del passaggio in variante Corciano – San Martino in Campo, di sicuro non passerebbero, e, perciò, non contribuirebbero ad intasare la circolazione della tratta da Corciano a Collestrada costituita da ponti e gallerie. Si tratta di un ragionamento anche banale ma vale non solo per la zona del Silvestrini e limitrofe, ma anche per chi viene da nord, ossia da Città di Castello. Questi ultimi si trovano a fare i conti con “l’inferno” di Collestrada. L’aver costruito li un Ipermercato ha finito si saturare il tratto di superstrada. Io sono ben contento di ogni nuovo insediamento produttivo, ma insomma li è un “inferno” a prescindere dai lavori. Se a questo ci si aggiunge che in questa fase sono in corso di rifacimento anche pezzi importanti della E45, all’altezza di Deruta, all’altezza di Todi e di Acquasparta, e che si tratta di lavori sicuramente buoni e necessari, ma sono lunghi e soprattutto fatti a pezzi. Ho la sensazione che non si operi in maniera organica. Per questo io non ho voluto farmi prendere in giro dal momento che mi avevano detto che ci sarebbero stati i turni notturni, prefestivi, il sabato, ecc… Voglio capire quanti ne hanno fatti e se è vero che li hanno fatti. Si tratta di un modo per aprire un dibattito su una cosa importante. Bisogna capire se il governo intende fare le cose seriamente, o se, come temo, siamo alla politica classica degli annunci di Renzi. Se tu vuoi fare le opere pubbliche qui c’è da farne una essenziale. Il capoluogo regionale è il punto centrale del nostro paese, perché Perugia è esattamente al centro del paese. Invece la città si trova in una condizione negativa, tanto più che parte dell’economia cittadina è incentrata sul turismo. Quando si ha un patrimonio di arte, storia e cultura, la gente ce la devi far arrivare. Se tu gli fai fare ore ed ore di fila li penalizzi, così come hai già penalizzato in maniera pesantissima chi nella zona ci abita.
- Parlando di Collestrada, in relazione al problema del traffico cosa ne pensa della prossima apertura di Ikea nel sito ex-Enel? Si andrà a sovraccaricare ulteriormente una situazione già critica?
A meno che qualcuno non mi fa vedere un miracolo sulla carta per una nuova viabilità, temo che siamo nei guai. Da li è fin troppo ovvio che non ci passerà più nessuno. Io sono sempre stato un sostenitore di nuovi impianti e realtà produttive. Nel caso specifico da sempre ho sostenuto la necessità di portare Ikea in Umbria perché avrebbe portato centinaia di posti di lavoro in più poiché, in questa fase, è importante rilanciare la nostra economia regionale. Detto questo si vedrà. Io non so se la cosa si farà esattamente li. Nono conosco i dettagli del piano e quindi non posso dare un giudizio. Devo dire che, nella mia ignoranza dei dettagli, un po’ mi preoccupa. Vedrà il comune come ovviare nell’eventualità che Ikea decida di aprire in quella zona. In tal caso si dovrà ovviare alle difficoltà viarie di quella zona. Il concetto di base è però che noi non possiamo più permetterci di fare insediamenti senza aver sistemato la viabilità. In questo caso proprio non è possibile. Il sindaco di Perugia e la giunta comunale hanno però la gestione della sola viabilità interna. Diciamo che la situazione in quella zona è tale per cui non so come e dove si potranno far passare le auto. Siamo sempre nella zona dell’alveo del Tevere, condizione che tra l‘altro mi ha sempre lasciato un po’ perplesso circa l’insediamento produttivo di Collestrada. Ma detto questo, stiamo parlando di cose che tutti sperano non si verifichino mai. Detto questo, va benissimo Ikea, va benissimo che si creino nuovi posti di lavoro, ma d’altra parte mi auguro che il tutto venga fatto con la doverosa intelligenza nel prevedere una viabilità alternativa ulteriore ed aggiornata rispetto a quella attuale. Sono convinto che ci abbiano pensato. Non posso immaginare che non ci abbiano già pensato. Comunque giudicheremo quando potremo vedere le carte ed i documenti ufficiali. Io non credo che esista ancora un piano, ma se esiste lo vedremo. Viva l’Ikea. Viva i posti di lavoro. Ma facciamo le cose per bene, altrimenti inutile che facciamo una cosa che funziona per un verso ma che ci fa ritrovare con problemi di differente natura per l’altro verso. Immagino che studieranno un paino di viabilità serio. Li già non si cammina normalmente. Se per caso poi ci sono i lavori è una disgrazia. Se ci si mette un complesso che da lavoro a 400 o 500 persone, dove ci vanno migliaia di persone ogni giorno, finisce che ci vuole l’elicottero per arrivare in quella zona.
- In concreto quali provvedimenti e in quali tempi si aspetta che il governo si impegni a prendere in risposta alla sua interrogazione?
Tempi brevissimi perché, lo ripeto, la mia interrogazione dovrebbe essere discussa giovedì 20 ottobre, ossia tra due giorni. Mi aspetto una risposta seria e puntuale sulla questione dei turni intensivi. Voglio capire se sono stati fatti e se soprattutto sono stati fatti in quantità sufficiente. Mi aspetto che la mia interrogazione possa portare ad aprire un dibattito serio, non solo in Umbria, ma in Italia, sul come vengono fatte le opere pubbliche e su quali tempi ci si mettono. Questo paese ha avuto molti scandali proprio in fatto di opere pubbliche dai lavori infiniti e poi, alle volte, mai portate a conclusione . Basti pensare ai reportage di Striscia la Notizia e ai tanti ospedali e carceri tirati su e poi mai utilizzati. Questo perché sono poi proprio i tempi a determinare il mancato utilizzo. Cioè cose che vengono fatte in 10 anni, che invece servirebbero subito e che, a realizzazione ultimata, sono già superate. A prescindere da questi casi estremi, io mi aspetto che l’Italia si metta la passo con le altre nazioni avanzate che infatti fanno opere pubbliche in tempi rapidissimi. Non dico di farle come in Cina dove c’è lo sfruttamento del lavoro, ma mi aspetto una velocità diversa nell’esecuzione delle opere pubbliche, oltre che la serietà nel farle che alle volte è mancata. Lo abbiamo visto nei recenti casi di opere pubbliche che, appena ultimate, hanno dimostrato le loro carenze come ad esempio il ponte appena inaugurato in Sicilia che è crollato, ecc… Non mi pare che siamo in questo ambito. Però mi aspetto una risposta seria e precisa che possa verificare con certezza. E poi mi aspetto che si apra un dibattito perché noi abbiamo bisogno di fare opere pubbliche che siano ultimate nei tempi in cui queste servono. Non si può fare un ospedale in 10 anni, una stazione in 15 o un ponte in 20. Ci vogliono tempi “internazionali” per far si che le opere pubbliche non vengano superate dagli eventi.
Alexandru Rares Cenusa - Agenzia Stampa Italia