Il PD solleva la polemica sulla par condicio. Anzaldi: "L'Avevo detto"
(ASI) Il dossier con i nomi critici diffuso dalla commissione antimafia, i dibattiti di SkyTg24 fra i cinque candidati per il Campidoglio condotti da Gianluca Semprini, l'astensionismo previsto alla stelle, oltre ogni temuto record a settant'anni dal voto che scelse il regime repubblicano per l'Italia.
Dal 5 fino al 19 giugno andranno in scena le elezioni amministrative, in molti comuni italiani sebbene i riflettori siano costantemente puntati sulla corsa per la conquista di Roma. L'Urbe non se l'è passata benissimo negli ultimi tempi, dal commissariamento all'abbandono cittadino privo di un proprio sindaco. Adesso è tempo di tornare alle urne, quando il tema centrale rimane sempre la legalità pur con un'infinità di temi da dover toccare al fine di conseguire una migliore gestione dei nostri comuni.
"Si vergogna del suo passato da fascista" Provoca una nervosa Virginia Raggi attaccando Giorgia Meloni. "Sei commissariata, perché non ti ritiri?" replica la leader di Fratelli D'Italia in dolce attesa. Se Alfio Marchini, il gentleman milionario, racconta come i suoi genitori gli abbiano insegnato a lasciare la Ferrari sul raccordo e non a portarla in città "per non ostentare" dice lui, Roberto Giachetti e Stefano Fassina si concentrano invece sulla (mala)gestione del Partito Democratico a Roma con le dimissioni dell'ex sindaco Ignazio Marino. "Ho presentato la squadra subito e so dire anche no al Presidente Renzi" ha detto il primo, mentre il secondo in abito blu ed elegante cravatta bordeaux, pur con un penalizzante tono di voce appare il più sicuro dei cinque e attacca la maggioranza PD. "Se è capitato a Marino perché con una medesima giunta de Partito Democratico la storia non potrebbe ripetersi?" ha chiosato uno dei leader della minoranza Dem, se così può essere definito.
Domenica prossima romani chiamati alle urne per il primo turno, nei giorni successivi il ballottaggio.
E mentre la campagna elettorale va avanti in molti comuni italiani per un totale di 150mila candidati, prendendo in considerazione anche tutti i municipi minori, la commissione parlamentare antimafia guidata da Rosy Bindi presenta la lista dei quattordici impresentabili, tutti provenienti da liste civiche, al VI municipio di Roma come a Cosenza e Battipaglia, fino a piccoli comuni del profondo nord, ma facendo riferimento solo a quelle cittadine le cui giunte furono sciolte per mafia.
La Legge Severino colpisce ancora, ma la sua ascia cade solo a una settimana dal voto. "Ecco i nomi critici - ha spiegato il presidente Bindi - Perché quasi tutti i comuni sciolti per mafia hanno solo liste civiche? Qualcosa vorrà pur dire...".
Se però la mafia si infiltra sempre più facilmente nella politica, ma coinvolge solo liste indipendenti, questo non significa che i partiti ne siano immuni, anzi, l'alto astensionismo previsto alle prossime amministrative è ulteriore prova della completa sfiducia dei cittadini.
In tutto questo la politica più che nelle piazze sembra rivolgersi sempre più ai salotti televisivi, indipendentemente dal fatto che ci siano o meno i tubi catodici o lo share sia ormai raggiunto quasi esclusivamente attraverso device elettronici, tablet o smartphone che siano.
Proprio per questo i vicesegretari PD Debora Serracchiani e Lorenzo Guerini hanno presentato un esposto al talkshow Ballarò della RAI, privo della par condicio nel corso dell'ultima puntata, che ospitava il leader leghista Matteo Salvini, a detta degli esponenti del Partito Democratico. "Io lo dicevo - tuona l'onorevole Michele Anzaldi - e già da molto tempo."
Se comunque a chi dice che il governo in tv sia penalizzato, fa capolino chi sostiene che il Tg1 sia in mano a Renzi, che con i soldi del canone non offre un servizio pubblico adeguato, le nomine per l'Agcom saranno sempre più difficili in previsione del prossimo anno, ora che anche Nicola Porro, con la morte del suo Virus, è ormai convinto di lasciare definitivamente la RAI.
Tra liti TV, par condicio, impresentabili, nuove querele e indagati, si farà spazio un giugno pieno di appuntamenti elettorali, segnati sulle agende di tutti, tranne quelle dei cittadini chiamati in causa che sembrano fermamente aver scritto sulle loro pagine la parola astensionismo, sempre più temuto in un'Italia che deve crescere, e non solo in campo economico.
Lorenzo Nicolao - Agenzia Stampa Italia