Lega Nord: “La Flat Tax al 15% è possibile”, lo spiega Armando Siri, consigliere economico di Matteo Salvini
“Meno pressione fiscale, rilancio dei consumi, aumento del Pil e maggiore attratTività per le multinazionali”: come guarire dalla crisi"
(ASI) “Una tassazione al 15% è possibile, costituzionale e vantaggioso per il cittadino, che non sarebbe più strozzato dalle tasse con tutte le conseguenze positive per consumi e vita sociale e per lo Stato, che potrebbe aumentare il Pil, evitare il sommerso e attrarre investitori stranieri”. Racchiuse in poche parole il concetto di “Flat Tax” spiegato a Palazzo Gazzoli di Terni da Armando Siri, consigliere politico di Matteo Salvini, nel corso del convegno organizzato dalla Lega Nord Umbria. Ad aprire l’incontro, al quale sono stati invitati cittadini, commercianti, rappresentanti sindacali, associazioni e ordini professionali, è stato il consigliere regionale del carroccio, Emanuele Fiorini, che ha tracciato il quadro di crisi in cui si trova l’Italia e la regione Umbria, tra “calo del Pil”, “diminuzione dei redditi Irpef” e “saracinesche abbassate” per effetto di una crisi che non cessa di esistere.
Il concetto di Flat Tax è stato spiegato da Armando Siri, il quale ha paragonato il sistema economico italiano “ad un organismo vivente”. Le imprese che chiudono, le saracinesche che si abbassano, le difficoltà delle persone di arrivare a fine mese “sono le cellule di questo organismo che si ammalano – ha spiegato Siri – E il Governo in un momento come questo cosa fa? Somministra aspirina ad un malato gravissimo che ha la febbre. Ma così non risolve nulla perché si interviene sul sintomo e non sulle cause”. Siri ha parlato di un Governo Renzi che “manca di una visione strategica” e del Job Acts come un rimedio che “riguarda solo le grandi imprese” e non “le 4 milioni di piccole imprese che incidono fortemente sul Pil”. Al centro di tutto c’è il cittadino “in forte difficoltà di fronte al sistema fiscale vigente – ha commentato Siri – Studi di settore, atteggiamenti dell’Agenzia delle Entrate che mette il contribuente in difficoltà, pressione fiscale, attività della Magistratura, burocrazia: tutti elementi che impediscono al paese di crescere ed allontanano gli investimenti delle multinazionali”.
La riforma fiscale della Lega Nord “riguarda la riforma del testo unico delle imposte sul reddito che non è un testo sacro e intoccabile, ma è qualcosa che può essere modificato”. Ad oggi il sistema tributario è impostato su di una fisionomia che tiene conto di criteri di progressività dell’imposta e 5 aliquote fiscali per altrettanti scaglioni di reddito, dall’aliquota minima del 23% (reddito fino a 15mila euro) a quella massima del 43% (oltre 75mila euro). “E’ un sistema fiscale complicato – ha detto – la maggior parte degli italiani non lo conosce bene e per questo diventa un sistema di dominiodel Governo. Basta pensare che il sistema attuale è regolamentato da 69mila tra disposizioni, direttive, normative e circolari. Noi abbiamo studiato un sistema che rispetta i criteri di progressività della Costituzione, ma è semplice e comprensibile per tutti i cittadini”.
E qui la proposta: “Tassazione unica al 15% - ha spiegato Siri – Aliquota che ci consente di non essere discriminatori nei confronti di chi oggi paga il 23%. Per questa fascia di cittadini, abbassare la pressione fiscale, vuol dire permettere la ripresa dei consumi”. Non è tutto: “Su questa aliquota unica si introduce una deduzione unica di 3mila euro sulla base del nucleo e reddito familiare”. In pratica fino a 35mila euro di reddito c’è la deduzione di 3mila euro per ogni membro del nucleo familiare. Da 35mila a 50mila di reddito la deduzione di 3mila euro è solo per i carichi familiari (non vengono dunque comprese persone che lavorano). Dai 50mila euro di reddito in poi non è prevista nessuna deduzione. “Le deduzioni cambiano a seconda del reddito e del nucleo familiare – spiega – Qui si ottiene la progressività richiesta dalla Costituzione e il sistema diviene non solo fiscale, ma anche sociale in quanto aiuta le famiglie numerose”.
La domanda è, però, d’obbligo: la Flat Tax è sostenibile? “Applicata alla persone fisiche e giuridiche si calcola che con la tassazione unica andrebbero a mancare 46 miliardi di euro per equipararsi all’attuale gettito. Sono tanti, anche se ogni anno lo Stato registra il mancato pagamento delle imposte per 25 miliardi di euro. Cifra inserita nella partita di competenza, ma che poi mancano dalla cassa perché non effettivamente versati”. Comunque, per sopperire a questo “deficit” con la tassazione attuale, ecco le azioni da intraprendere e gli sviluppi positivi conseguenti all’applicazione della Flat Tax.
“Sono circa 1 milione e 600mila gli italiani che hanno posizioni aperte con Equitalia per elusione fiscale e non evasione che è un’altra cosa. Si tratta di persone che hanno dichiarato, ma non hanno potuto pagare le tasse. Nei confronti di queste persone andremo ad applicare un saldo e stralcio del debito e a chiedere, secondo i casi, dal 6 al 25% di quanto dovuto recuperando così 60 miliardi nel biennio, evitando il nero e togliendo loro tutta l’angoscia nell’avere un debito con lo Stato”. Inoltre, la diminuzione dell’imposizione fiscale “farebbe aumentare la base imponibile – prosegue – In Italia ci sono cittadini che volutamente non pagano le tasse. E’ un reddito sommerso che vale un terzo del Pil. Meno tasse porterannoa meno evasione”.
“Ma possiamo fidarci di noi italiani? E se poi continueranno a fare i furbi? – si chiede Siri – Siamo convinti che non emergeranno tutti i 400 miliardi di sommerso, forse neanche la metà, ma pensiamo che al massimo emerga il 40%, non subito, ma nei due anni. Tutto questo vale 24 miliardi di tassazione”. Inoltre, il rilancio dei consumi legati ad una maggiore circolazione di moneta “porterà ad un incremento delle imposte indirette in particolare del gettito Iva di 5 miliardi di euro annui”. Maggiori consumi, maggiore occupazione “che vale circa 1 ulteriore miliardo di euro”.
Una tassazione più equa renderebbe, inoltre, competitiva l’Italia per quanto riguarda “gli investimenti delle aziende straniere e il ritorno delle aziende italiane che sono all’estero”, portando maggiore occupazione e crescita economica “con un introito di 1 miliardo per lo Stato”. A conti fatti “andremo a recuperare 47 miliardi il primo anno e 61 miliardi il secondo”. In conclusione Siri ha spiegato che “nei 38 paesi in cui la Flat Tax è stata introdotta, si è assistito immediatamente ad un aumento del Pil. 8 di questi paesi appartengono all’Unione Europea e la loro economia è in costante crescita”.
“Vogliamo scommettere sulla capacità del popolo italiano di creare impresa ricchezza e benessere – è la frase di chiusura di Siri – a condizione che rimangano risorse economiche sufficienti non solo per garantire a ciascuno una vita dignitosa, ma anche per realizzare quelle idee creative che hanno reso il nostro paese famoso in tutto il mondo”.