(ASI) “Sui giornaloni impressiona che nessuno chieda conto, tra gli editorialisti, dell’ipocrisia della sinistra, sia intellettuale sia politica. Francesco Merlo come prima Gianluca Di Feo su ‘Repubblica’ citano con efficacia l’assurdita’ e la violenza dell’arresto del sindaco di Lodi e delle sue motivazioni fornite da pm fondamentalisti, ma rinunciano a dare uno sguardo alla loro precedente condiscendenza e
propagazione delle infamie contro Berlusconi e altri esponenti di centrodestra: zero, nisba, niente”. Lo scrive su Facebook Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera. “‘Corriere’, ‘Stampa’, oltre alla citata ‘Repubblica’, ‘Il Sole’, il ‘Messaggero’ (oggi il quotidiano piu’ renziano del mondo) sono visibilmente dalla parte della politica nello scontro con la magistratura militante, ma non rendono ragione di questa loro mutazione genetica. Ora Mattarella, investito dalle proteste del ministro Orlando e del vice del Csm (Pd) Legnini, e’ sensibilissimo. Napolitano si comporto’ ben diversamente quando in ballo ci furono inchieste inventate di sana pianta a scopo di golpe, poi e smascherate dai giudici di appello e di Cassazione, contro Berlusconi e di fatto contro la democrazia”. Brunetta continua: “Oggi il ministro Orlando, e con lui altri fan di Renzi si agitano ma solo per se stessi. Il Pd insomma che oggi vorrebbe conquistare il centro, e sistemare la delimitazione dei campi tra politica e giudici non riconosce il fatto di aver nutrito con la carne viva dei suoi avversari politici la bestia giustizialista, ed anzi l’ha coccolata sia nell’opinione pubblica, sia nella magistratura, ed oggi si lamenta del fatto che essa morde la mano che l’ha nutrita. E’ il garantismo a targhe alterne, dimostra un’etica di circostanza, un opportunismo che in ‘Repubblica’ ha il suo diapason. Resta da capire se Mario Calabresi, che volle alla ‘Stampa’ come vice Michele Brambilla (l’unico cronista di giudiziaria ai tempi di Mani pulite non giustizialista), insistera’ su questa linea e non solo a difesa del Pd”
Lo dice il capogruppo di Fi alla Camera Renato Brunetta.