(ASI) Vittorio Veneto (TV) – L’Italia intera conosce Vittorio Veneto, quella cittadina ai piedi di Alpi e Prealpi dove il nostro esercito vittorioso batteva, nel 1918 quello austroungarico, ponendo fine, a breve, al fronte italiano. Il consiglio comunale sta lavorando al riconoscimento della Città quale “Capitale della cultura del 2018”, nel centenario della fine del primo conflitto mondiale. La candidatura va presentata entro il 2016 e se andasse in porto, arriverebbe un finanziamento pari al milione di euro per il progetto. Ne beneficerebbero i musei sparsi nel territorio, l’attuale biblioteca e soprattutto la bibliografia dedicata al conflitto mondiale. Secondo il consigliere comunale Graziano Carnelos, «diventare capitale italiana della cultura è un obiettivo ambizioso (...) quando in tutta Italia e nel mondo Vittorio Veneto diventerà una città simbolo non per una vittoria militare, ma perché con la pace vincemmo la guerra». Ma non è tutto. Il consiglio comunale, la scorsa settimana ha deciso di avviare la modifica dello stemma della città. Il “restyling” vedrebbe la sostituzione della corona e del fiocco rosso e l’inserimento del motto "Victoria nobis vita". La modifica non sta trovando molta approvazione. Si è parlato di “motto fascista”, imposto dal Podestà nel 1934, e sarebbe in antitesi col progetto del PD di “Città della Pace”, propugnato dal consiglio comunale. Durante la seduta, hanno dato voto contrario Lega e Forza Italia.
Solo lo stemma del comune è storico e non modificabile, così come stabilito nel 1872. L’Assessore Barbara De Nardi ha riferito in merito alla modica araldica che «gli ornamenti esterni devono essere corretti perché ormai superati». La corona va sostituita con quella di città, il fiocco rosso con quello tricolore della Repubblica e in più è proposto l'inserimento del motto. Il resto, forme e colori, non subirebbero modifiche. Con questa procedura verranno codificati anche il gonfalone e la bandiera, un'azione «promossa in vista del 150° della città». Quindi? Stemma, bandiera e gonfalone della città di Vittorio Veneto mirerebbero ad ottenere il riconoscimento ufficiale da parte della Presidenza della Repubblica e del Governo.
Giusto o sbagliato, non è la prima volta che il PD tenti di riscrivere la storia, dalle revoche di cittadino onorario di determinate città o comuni a Mussolini, alle modifiche araldiche, alla revisione del passato più recente.
Valentino Quintana per Agenzia Stampa Italia
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