(ASI) La situazione di Lampedusa è drammatica sia per le persone che, in fuga verso la libertà, vi sbarcano e sia per gli abitanti della cittadina che vengono invasi da migliaia di profughi. Risultato, l'isola è al collasso,la popolazione di Lampedusa è esasperata, i profughi non hanno una civile assitenza. Lo stato italiano, abbandonato dall'Europa, è impreparato ad accogliere tutti.
In questo contesto carico di tensione, nella disputa fra le diverse necessità, Forza Nuova e i suoi militanti si schierano a fianco della lotta degli abitanti dell'isola.
Proprio su queste problematiche Giuseppe Provenzale, coordinatore siciliano di FN, di ritorno dall'isola dichiara: "Tre sono state le immagini significative della giornata di san Giuseppe a Lampedusa, la prima: quella del tricolore a mezz'asta in piazza, alle spalle del palco del comizio forzanovista, simbolo della resa del nostro governo - che ha deciso di fare pagare il conto della propria inettitudine agli incolpevoli lampedusani - di fronte all'invasione nordafricana".
"la seconda: quella dell'invasone della piazza da parte di centinaia di tunisini, aizzati, con la scusa ormai logora del razzismo, da quattro controfigure somiglianti ad esponenti dei centri sociali (con in testa l'interessato proprietario di un bar che si sta arricchendo a spese di quei migranti che dice di voler aiutare), immagine eloquente di un'invasione inaccettabile. E la terza, quella della speranza, rappresentata dalla reazione dei lampedusani che, dopo che i tunisini avevano desistito da quello che stava per trasformarsi in un assalto nei nostri confronti, (grazie anche all'intervento di uno di loro che, in arabo - lasciando, così, spiazzate le quattro controfigure che soffiavano sul fuoco - gli ha fatto capire che l'aggressione fisica avrebbe rappresentato un gravissimo errore per i loro interessi) da me invitati dal palco ad occupare la piazza, rompevano gli indugi per assistere al nostro comizio: applaudendo, affacciandosi alle finestre, scendendo in strada dalle loro case assediate e avvolgendoci di domande, consenso e testimonianze, a cui i media non danno voce, avendo compreso di trovarsi di fronte a qualcuno che si schierava dalla loro parte perché interessato a difendere in prima persona una frontiera che, una volta violata, avrebbe minacciato anche le nostre stesse case".
Infine - ha concluso l'esponente forzanovista - questa speranza, costituita dalla lotta di un popolo, continua con la pacifica occupazione del molo da parte di 600 uomini, donne e bambini di Lampedusa, insieme a loro Maurizio Di Malta e altri forzanovisti isolani, che da stamattina - con camion ed auto schierate allo scopo - stanno bloccando la nave del governo che pretende di scaricare i materiali di quella tendopoli che i lampedusani non vogliono, perché scriverebbe la parola fine sulle residue speranze della loro terra".
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