(ASI) Lo stallo delle riforme, le opposizioni consultano Mattarella Sebbene la campagna dei noti giornalisti del Corriere della Sera Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo abbia avuto successo, così da aprire il Quirinale tutti i giorni per le visite dei turisti, in questi caldi giorni della politica i tour non si limiteranno e gite di piacere.
Le visite più importanti in corso riguardano infatti la maggior parte delle opposizioni al governo Renzi. Tutti, Lega esclusa con un Salvini che afferma "Mica devo chiedergli il numero del barbiere!", ma proprio tutti gli altri vogliono incontrare il nuovo capo dello Stato Sergio Mattarella. Prima Forza Italia, con un Renato Brunetta finalmente carico di nuove proposte alternative ai piani del governo, poi Sinistra Ecologia e Libertà con il suo leader Nichi Vendola che secondo sue dichiarazioni deve "riparare l'umiliazione subìta". Infine anche Beppe Grillo, il troppo ultimamente discusso capo del Movimento Cinque Stelle pronto ad incontrare Mattarella come è stato reattivo nel suo post sul blog per l'accettazione della richiesta di incontro. Insomma, nuove consultazioni da parte di ogni fronte nonostante Renzi sia costretto a porre nuovamente la fiducia sul Milleproroghe e il Nuovo Centro Destra non abbia votato il Jobs Act. Dopo gli sconvolgimenti politici e la fine del Patto del Nazareno seguiti all'elezione del nuovo Capo dello Stato, il Partito Democratico ha raccolto ampi consensi ma ha sacrificato sull'altare del gioco politico il suo programma di riforme. Se al di là di ogni accordo presunto l'intesa con Berlusconi era principalmente finalizzata al conseguimento della nuova legge elettorale e al superamento del bicameralismo perfetto, ora non sembrano realizzabili nel breve termine né l'una nell'altra. I numeri sono venuti meno e anche le parti politiche che hanno sostenuto il governo nell'elezione di Sergio Mattarella ora attendono un ritorno in termini politici. Questo significa che Renzi non solo ha creduto di poter andare avanti senza Berlusconi ma ha sottovalutato il potere di ricatto della minoranza interna al suo partito e i numeri degli altri partiti minori. A volte la "campagna acquisti", così definita dalle opposizioni, nei confronti dei dissidenti M5S e dell'ormai spaccatura di Scelta Civica può rivelarsi insufficiente, come nel caso delle principali riforme su cui il governo ha messo la faccia, per dirla con lo stesso Presidente del Consiglio. Ma se tutto per il momento appare congelarsi di fronte alla crisi libica e ai nuovi Consigli dei Ministri straordinari tra Roberta Pinotti, Paolo Gentiloni e Angelino Alfano presieduti dallo stesso Matteo Renzi, dall'altra il Capo dello Stato è ben disposto ad ascoltare tutte le forze politiche in gioco. Ma sarà davvero il garante delle riforme che speravano Renzi e il suo braccio destro Maria Elena Boschi prima che tutto si arenasse? In fondo il suo nome al Quirinale era stato proposto proprio con questo intento e le opposizioni temono possa fare il gioco del premier, cosa che apparirà più chiara solo dopo la settimana delle "consultazioni".
Lorenzo Nicolao - Agenzia Stampa Italia