(ASI) «Per i più lo slogan 'Je suis Charlie' è la solidarietà alle vittime del vile attacco dei terroristi islamici a Parigi e la rivendicazione di una generica libertà di cui l'Occidente è geloso custode; per altri è sposare integralmente una linea
di pensiero, la libertà di espressione spinta fino alle estreme conseguenze, ovvero fino a considerare lecito persino il diritto alla blasfemia. Su questa seconda linea si muovono gli stessi autori superstiti di Charlie Hebdo, tanto da spingere persino un campione di tolleranza come Papa Francesco a qualche decisa puntualizzazione. Ci sarebbe da aprire un dibattito sulla nostra idea di libertà, sui suoi limiti e sul rispetto della libertà altrui. Questioni dirimenti, come il rapporto tra laicità dello Stato, sfera religiosa e relativismo culturale, sull'identità dell'Occidente. Invece assistiamo al solito folle paradosso decadente europeo e italiano, nel quale c'è chi rivendica il diritto alla blasfemia ma nel contempo vuole mantenere anacronistici reati di opinione e addirittura se ne inventa di nuovi. Sono quelli che tolgono i presepi e i crocifissi dalle scuole, che plaudono all'esclusione dal corteo francese di Marine Le Pen, che tacciano Magdi Allam di islamofobia, che vorrebbero mettere la museruola al direttore Sallusti, che vorrebbero in galera Storace per vilipendio, che ti punirebbero con la Mancino per aver criticato Mare Nostrum e che stanno proponendo di far diventare reato anche la critica alle adozioni o alle nozze gay. Un domani sarebbero capaci di inventarsi la «cooperanti-fobia» per punire quei tanti italiani che non riescono ad accettare che lo Stato finanzi i terroristi per salvare due ragazze inesperte che si improvvisano cooperatori internazionali. Allora, cari libertari a senso unico, cominciate con l'eliminare i reati di opinione in Italia e poi discutiamo di blasfemia. Fino a quel momento continuerò a considerare più grave bestemmiare Dio che parlare male di Napolitano».
Sono alcuni passaggi del lungo intervento del presidente di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale, Giorgia Meloni, pubblicato da “Il Giornale” dal titolo “Se Re Giorgio è più intoccabile di Maometto”.
Redazione Agenzia Stampa Italia