(ASI) Imperversano le polemiche da parte del Pd circa la mancata condanna da parte del governo italiano alle dure repressioni attuate in Libia per sedare le rivolte.
"Abbiamo ascoltato le parole del ministro Frattini sulla situazione in Libia."- si legge in una note pubblicata dal Partito Democratico - "Ci preme ribadire che la condanna delle violenze, la tutela dei diritti fondamentali e la promozione di una transizione pacifica, sono messaggi fondamentali che non possono essere scambiati per una interferenza. Rinnoviamo quindi la nostra richiesta al governo affinché faccia valere la propria relazione speciale con Gheddafi al fine di far cessare le violenze e le repressioni".
Duro il commento fatto dal vicepresidente dei Senatori del Pd, Luigi Zanda, circa il silenzio del Premier Berlusconi sull'aggravarsi delle rivolte in Libia. "Il perdurante silenzio del Presidente Berlusconi"- afferma Zanda - "sulla violenza sanguinosa con cui il regime libico sta cercando di stroncare la rivolta popolare, rischia di far apparire il governo italiano complice morale della crudeltà della repressione
Anche Francesco Tempestini, capogruppo Pd in Commissione esteri in un comunicato critica aspramente l'esecutivo affermando: "Cosa aspetta il governo italiano ad esprimere netta condanna per il comportamento del governo libico? Pensa davvero di non disturbare? Non si tratta di ingerenza , ma proprio perché la Libia è un paese importante per l’Italia, proprio per i nostri rapporti con quel paese non possiamo non far sentire la nostra voce di condanna chiara e netta. Abbiamo chiuso il nostro contenzioso coloniale con Gheddafi ,ed abbiamo fatto bene, ma anche per questo dobbiamo condannare con fermezza i morti di Bengasi. L’onda lunga delle rivoluzioni democratiche non si è affatto esaurita e l’Italia deve avere chiaro un obbiettivo: aiutare quei processi democratici per costruire una nuova stabilità al posto dell’attuale ormai crollata per nuove prospettive di sviluppo tra le due sponde del mediterraneo”.