(ASI) Pescara - In questi giorni gli organi d'informazione hanno pubblicizzato la notizia sul rapporto "choc" dell'Istituto Superiore della Sanità che ha depositato la relazione sulle analisi del 2007 sull'acqua di Bussi (Pe), la falda acquifera da cui deriva l'acqua che entra nelle case dei cittadini della Val Pescara e della conurbazione Chieti - Pescara.
Un bacino di utenza che serve circa 700 - 600 mila persone che ne hanno usufruito senza limitazioni d'uso e di controllo anche per fasce a rischio di popolazione, utenze sensibili come scuole ed ospedali.
E' un vero e proprio macigno la relazione dell'Istituto Superiore della sanità (Iss), 70 pagine in cui per la prima volta i veleni di Bussi, i 25 ettari di terreno contaminati scoperti dalla Forestale nel 2007, vengono esaminati scientificamente per accertarne il grado di pericolosità per la salute umana.
Sulla base di questa relazione del 2007 è stato stilato il rapporto del 30 gennaio 2014, depositato durante il processo di Bussi in Corte d'Assise a Chieti dall'Avvocatura dello Stato che difende il ministero, parte civile nel processo che il 4 aprile ospiterà la requisitoria dei PM Anna Rita Mantini e Giuseppe Bellelli, ossia l'atto di accusa per tanti ex vertici e amministratori della Montedison finiti alla sbarra con l'accusa di aver avvelenato le acque.
Dalle analisi compiute, si profila una vera e propria "bomba" ecologica che è piovuta sulla nostra terra e sulla nostra gente, mettendo a serio repentaglio la salute di centinaia di migliaia di persone con sostanze tossiche, pericoli per la salute, senza che questo venisse reso noto per anni ai cittadini che hanno consumato l'acqua di Bussi in buona fede.
A tal proposito, renderemo pubblici in esclusiva le copie dei documenti della relazione dell'Arta e della Forestale su cui si baserà la requisitoria dell'accusa sul processo dell'acqua inquinata di Bussi.
I preziosi documenti ci sono stati forniti dal Movimento 5 Stelle di Scafa (Pe) e dal Teate 5 Stelle di Chieti che sono stati i primi a divulgarli e a cui va l'onore di aver portato avanti fuori e dentro gli organi competenti la battaglia contro questa vera e propria bomba ecologica che ha colpito l'Abruzzo "forte e gentile".
Dall'indagine dell'Arta e della Forestale effettuata sui pozzi Sant'Angelo dalle fontane pubbliche di Torre de' Passeri,in Corso Umberto I a Pescara, a Chieti, a Tocco, a Castiglione e a Popoli, si evince la presenza di acqua inquinata per 700 mila persone, ospedali e scuole. Tutto tenuto pubblicamente celato per anni. Alcuni degli agenti inquinanti ritrovati sono il cloruro di vinile, il Tricloroetilene degli idrocarburi e dei metalli tipo il mercurio e/o il piombo.