(ASI) «Con l’adesione al PSE, il Partito Democratico ha messo giù la maschera, assumendo una posizione che di fatto chiude l’equivoco sul quale si era fondata la nascita stessa del Pd nel 2007 e cioè l’ambizione di creare un luogo in cui le due principali culture politiche italiane, quella cattolico-popolare e quella socialdemocratica, potessero trovare una conciliazione e una rigenerazione».
Lo scrive sulla sua pagina Facebook l'onorevole Giuseppe De Mita, vicepresidente vicario del gruppo "Per l'Italia" alla Camera dei Deputati. «A questo punto - continua De Mita - non ci sono più alibi per nessuno, facendo salva la solitaria onestà intellettuale, ancorché la debolezza, di Fioroni che in direzione ha votato contro questa opzione, rimanendo, però, ad un livello di testimonianza. Con l’adesione al PSE si aderisce ad una cultura, ad un orientamento, ad un modo di intendere la politica. Non è un modo cattivo, ma è un modo altro. Perché, senza giri di parole, è chiaro come il cattolicesimo popolare non abbia nulla in comune con la socialdemocrazia europea». «Lo scenario, adesso, è più chiaro - così conclude l'onorevole De Mita - Con questa indicazione si ottiene il superamento delle ambiguità di questo ultimo ventennio: perimetrata l’area socialdemocratica e con Berlusconi che resta riferimento di spinte populiste, diventa necessaria la definizione di un soggetto che sia interlocutore dell’area popolare ancora fortemente presente nel nostro Paese. Siamo noi ad essere chiamati ad assumerci la responsabilità di questo percorso».
Redazione Agenzia Stampa Italia
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