Sullo sfondo, il disegno politico di Casini, reduce dalla sconfitta elettorale dell’anno scorso: aprire ad un nuovo raggruppamento di centro con i popolare e il Nuovo centrodestra di Alfano: chissà se per poi coalizzarsi con Forza Italia alle elezioni politiche?
Il doppio turno assicura un vincitore certo e questo, per il leader UDC, è un aspetto positivo. Come pure lo è il resto del pacchetto, con l’abolizione del bicameralismo perfetto e la revisione del Titolo V della Costituzione. Però, la mancata introduzione delle preferenze, non tiene conto della sentenza della Corte Costituzionale e rende meno trasparente il processo di selezione della classe dirigente.
E sulla soglia di sbarramento per le piccole formazioni, che renderà difficile per esse entrare in parlamento, Casini ostenta sicurezza. “Oggi la sfida delle forze moderate non è più fare da argine all'area socialista, ma battere il populismo e l'antieuropeismo che in Italia con Grillo è ormai un polo consolidato. Non mi spaventa il fatto che ci dobbiamo schierare e che ci sia una soglia di sbarramento che anzi porterà ad aggregazioni e a processi virtuosi”.
Sembra la prefigurazione di un dialogo e di nuovo soggetto di centro con Alfano, Mauro e magari i montiani. Casini non smentisce la logica politica del dialogo: «se non ci fosse sarebbe strano: siamo tutti nel Ppe e tutti sosteniamo il governo Letta per cui non vedo perché dovremmo essere competitivi tra noi anziché collaborativi. Di punti di unione ce ne sono tanti». Quanto alla traduzione del dialogo in lista elettorale, Casini non la smentisce, anche se tutto è ancora da fare. Ma forse si farà già alle prossime europee, senza aspettare le politiche, perché «le elezioni europee hanno uno sbarramento più basso e credo che i processi politici non vadano subiti ma cavalcati”.
Lista alleata con chi? Casini non si sbilancia e afferma che “le alleanze si fanno sulla base della condivisione dei valori e dei programmi”. Come dire che lui e i suoi si riservano di scegliere gli alleati in base ai contenuti. Intanto, distribuisce elogi a destra e a manca. A Berlusconi, perché ha scelto la strada del dialogo, anziché l’Aventino che aveva intrapreso contro Monti. E a Renzi, perché ha scelto di dialogare con tutti, anche con le forze intermedie, dando prova di lungimiranza e intelligenza politica.
Daniele Orlandi - Agenzia Stampa Italia