(ASI) “La vittoria di misura del SI al referendum FIAT ha mostrato come davanti al ricatto di Marchionne sia prevalsa la paura, soprattutto da parte dei cosiddetti "colletti bianchi", il cui voto ha determinato l'esito della consultazione”.
(ASI) “La vittoria di misura del SI al referendum FIAT ha mostrato come davanti al ricatto di Marchionne sia prevalsa la paura, soprattutto da parte dei cosiddetti "colletti bianchi", il cui voto ha determinato l'esito della consultazione”.
Inizia così il comunicato stampa dell’Ufficio Politico del Movimento Nazional Popolare, inoltre prosegue: “ Questa vittoria, che significa un aumento del carico di lavoro per gli operai, oltre alla violazione dei diritti al riposo, ai giorni di malattia ecc. non porterà, come qualcuno sta cercando di gabellare, ad un rilancio dell'azienda. Nella FIAT infatti restano sul tappeto i problemi principali che sono: mancanza di una dirigenza credibile, mancanza di progetti seri, incapacità di battere la concorrenza. La FIAT infatti negli ultimi anni è andata giù non per colpa degli operai e della scarsezza della produttività in termini quantitativi, quanto invece per la mancanza di investimenti nella ricerca tecnologica, per la mancanza di modelli di auto al passo con i tempi e con la produzione delle altre case automobilistiche europee, per la sua politica borsistica e finanziaria che ha fatto passare tutto il resto in secondo piano.. Le auto FIAT infatti, affollano, invendute, i magazzini e di certo non sarà l'aumento della produzione numerica a risolvere i problemi. Gli europei infatti, gli italiani innanzi tutto, continueranno ad acquistare auto di altre marche. Di fronte a questo sfacelo, il governo Berlusconi resta indifferente e anzi prende posizione a favore degli industriali fedifraghi e incapaci. Il mondo liberista esulta perchè vede inaugurata un'altra stagione di arroganza, prepotenza e sfruttamento. Una vergogna per il mondo del lavoro e per tutto il Paese. Il Movimento Nazional Popolare resta al fianco dei lavoratori coraggiosi che hanno saputo dire NO per difendere i loro diritti e la loro dignità”.
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