(ASI) "Il Quirinale non critica noi, le incapacita’ sono di tutti". Lo ha affermato il ministro degli Esteri, Franco Frattini, commentando l’intervento del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano sul caso Battisti. "E’ mancato qualcosa, e’ vero. E’ stata una lacuna della politica italiana nel suo complesso, non certo riconducibile agli ultimi tre anni.
Il presidente non chiama in causa il nostro esecutivo, che e’ in carica dal 2008, ma l’incapacita’ dell’Italia nel rendere pubblico un dibattito serio sul terrorismo, ma questo e’ un problema piu’ generale. Purtroppo non abbiamo messo in luce a sufficienza cio’ che oggi rivendichiamo con forza: e cioe’ che i cosiddetti combattenti di allora, dai Settanta fino agli omicidi Biagi e D’Antona, combattevano contro il sistema democratico, non contro una dittatura. Battisti e’ un delinquente comune, un assassino che per altro ha rivendicato i suoi omicidi. Noi ci siamo sempre mossi considerando questo un caso di giustizia. Sostenendo che non poteva essere chiesto l’asilo politico: il Tribunale supremo brasiliano ha accolto la tesi e lo stesso Tribunale lo ha dichiarato estradabile. Il fatto e’ che alla fine e’ sopravvenuta una decisione politica del presidente Lula, nell’ultimo giorno del suo mandato, che ha avuto una forte caratterizzazione ideologica". Ora il governo italiano confida che il Tribunale supremo brasiliano non escluda l’estradizione, a febbraio, "riteniamo che un paese come il Brasile ch spera di diventare membro permanente dell’Onu, non desideri essere trascinato davanti al Tribunale internazionale dell’Aja, perche’ e’ la via estrema che siamo pronti a intraprendere". Frattini si lamenta anche che la "voce dell’Europa in questa vicenda e’ mancata".