“Questa vicenda – ha dichiarato l’onorevole De Mita - mi pare che abbia una sua forza emblematica. E’ evidente come subiamo gli effetti della crisi ed è altrettanto chiaro come le decisioni che assumiamo si muovano in una logica di sopravvivenza, ma non abbiamo ancora maturato un’intelligenza della crisi che ne affronti le ragioni e ne indichi una possibile via d’uscita. Per questo dico subito in premessa che l’intervento del Governo oggi in Aula su questa vicenda mi lascia più un senso di inquietudine che di certezza, perché l’elencazione orizzontale dei problemi mi pare preludere più all’incapacità dell’azione che a capire come procedere”.
“In questa vicenda – ha dichiarato ancora l’onorevole De Mita - piuttosto che elencare i problemi, dovremmo affrontarli nelle cause. Terrei, perciò, presente i segni di contraddizione che accompagnano il voto favorevole di tutti perché ci aiutano a recuperare un’intelligenza della crisi”.
“L’assenza di una politica industriale - ha continuato De Mita - ha messo la Fiat nelle condizioni di non fare i conti con le proprie ipocrisie. Perché dire che si chiude un’azienda in Italia e mantenere la produzione all’estero è una profonda ipocrisia. Fino ad oggi i governi non hanno avuto la virilità per mettere la Fiat di fronte alle proprie responsabilità”.
“Oggi - ha così concluso De Mita - la tutela del diritto al lavoro non può essere il cinico accompagnamento dei lavoratori dalla cassa integrazione all’inattività. Annunciando il voto favorevole del mio gruppo, esprimo l’augurio che si esca dall’ipocrisia. Nella vicenda Irisbus si ha avuto un atteggiamento pudicamente omertoso tanto che questo caso non fatto registrare lo stesso rilievo di altri anche da parte delle rappresentanze sindacali. Colgo, perciò, positivamente l’ampiezza singolare del consenso di quest’Aula nel voto alla mozione e mi auguro che sia la sollecitazione a non subire più gli effetti della crisi, ma ad avere una intelligenza delle sue ragioni”.