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Brasile. Lula non concede l'estradizione in Italia del condannato Battisti. Duro schiaffo al Governo e alla Magistratura italiana.

 

(ASI) Cesare Battisti, colpevole di quattro omicidi e condannato in via definitiva a due ergastoli non sarà estradato in Italia su decisione del presidente del Brasile Lula e nonostante il parere favorevole dell’alta corte del Brasile che si era pronunciata per l'estradizione, lasciando però, l’ultima decisione sul caso Battisti al presidente Lula. La motivazione è che in Italia Cesare Battisti rischierebbe la vita, non si sa per quale motivo, quasi che l’Italia fosse uno Stato canaglia senza regole o una delle repubbliche da operetta dove ai prigionieri si applicano trattamenti illegali e vessatori.
Questo è stato l’ultimo atto del presidente uscente del Brasile che umilia per certi versi il governo italiano e rende più amaro il dolore dei familiari delle vittime e contrasta pure con le volontà della nuova presidentessa del Brasile.
Difatti Dilma Vana Rousseff, primo premier donna brasiliano  che è succeduta a Lula ha dichiarato più volte in passato di essere favorevole all’estradizione di Cesare Battisti, ma la decisione è stata presa a fine mandato dal presidente Lula in modo da potere dare a lui la colpa e di preservare i rapporti diplomatici e commerciali con l’Italia dato che il successore di Lula non solo non è stata coinvolta nella decisione, ma aveva detto di essere favorevole all’estradizione.
La non concessione dell’estradizione di Cesare Battisti ha scatenato trasversalmente dure critiche nei confronti dell’ex Presidente brasiliano Lula Tante sono state le reazioni contrarie sul caso Battisti.

Il Ministro degli Esteri Franco Frattini e la Farnesina esprimono “il più vivo sconcerto e la profonda delusione per una decisione insolita rispetto alla stessa prassi istituzionale brasiliana, che contraddice i principi fondamentali del diritto e offende i familiari e la memoria delle vittime dei gravissimi atti di violenza commessi da Cesare Battisti”.
Come primo effetto la Farnesina è pronta a richiamare a Roma l’ambasciatore d’Italia in Brasile, Gherardo La Francesca per consultazioni volte a definire il percorso dell’azione giudiziaria del governo italiano in difesa delle proprie legittime aspettative basate sul Trattato bilaterale di estradizione e sulla sentenza del Tribunale Supremo brasiliano”.

 Il Partito Democratico si appella al Presidente Lula e a firma degli Onorevoli  Piero Fassino, Emanuele Fiano e Andrea Orlando, presidenti, rispettivamente, dei forum Esteri, Sicurezza e Giustizia del Partito Democratico, hanno inviato una lettera questa mattina all’Ambasciatore brasiliano a Roma Josè Viegas Filho il cui contenuto in sintesi è il seguente: "Chi ha scelto la violenza e l’omicidio come strumento di lotta contro le istituzioni democratiche e contro inermi cittadini deve saldare il proprio conto con la società. Le vittime del terrorismo non siano private del loro diritto ad avere giustizia"

Molto duro il commento del presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri: "Il posto di Cesare Battisti è il carcere. E' possibile che un Paese che sceglie come presidente una ex guerrigliera abbia parametri diversi dai nostri. Ma chi protegge i terroristi commette un crimine. Se ne renda conto il Brasile. Non resteremmo fermi e in silenzio. Chi tutela assassini ne diventa complice".  Mentre La Russa (Pdl) aggiunge: “La peggiore previsione si è realizzata”, ma l’Italia “non lascerà nulla di intentato” affinché il Brasile “receda da questa decisione ingiusta e gravemente offensiva”.
Gli fa eco pure il senatore Raffaele Lauro (Pdl) ha dichiarato: "Si tratta di una decisione vergognosa, indegna di un paese civile e speciosamente motivata, che non solo offende i principi elementari della civiltà giuridica internazionale e la memoria dolorosa di tutte le vittime del terrorismo e delle loro famiglie, ma mette pesantemente in crisi i rapporti bilaterali italo-brasiliani, sia politici che economici. Il fatto che un uomo di sinistra, come Lula, che ha preteso di rappresentare il riscatto, morale e civile, del popolo brasiliano, si faccia complice, a conclusione del suo mandato, di un tale misfatto, la dice lunga sulla cattiva coscienza, ancora dominante, e sulla filosofia dell'indulgenza verso il terrorismo di sinistra e verso i terroristi in libertaà, che ancora alimenta i circoli internazionali degli intellettuali rossi e dei cattivi maestri delle ideologie pseudo-rivoluzionarie. Il governo - conclude Lauro - agisca in tutte le sedi per impugnare una tale nefandezza. Il presidente della Repubblica faccia sentire, stasera, nel discorso di fine d'anno, la sua voce di condanna, alta e ferma, per esprimere lo sdegno di tutti gli italiani e il Parlamento affronti, quanto prima, in un dibattito senza ipocrisie, la triste e pesante eredità del terrorismo".
Sulla stessa linea è Gianpiero D'Alia, presidente dei senatori dell'Udc che in merito alla vicenda  Battisti afferma: "La mancata estradizione di Battisti è uno schiaffo all'Italia e ai parenti delle vittime, che da tanto tempo aspettano giustizia. Come opposizione responsabile eserciteremo tutte le pressioni possibili affinché le autorità italiane agiscano per far ribaltare questa decisione e dare finalmente attuazione alle sentenze di condanna a carico di un terrorista omicida. E' evidente- aggiunge- che alla luce di quanto accaduto l'Italia non potrà non riconsiderare i suoi rapporti con il Brasile". Infine c’è chi non si rassegna a questa decisione e si attiva per fare pressioni sul governo brasiliano affinchè alla fine conceda l’estradizione.
Infatti, Alberto Torregiani, figlio del gioielliere ucciso dai Pac (Proletari armati per il comunismo) accoglie con sentimenti “di rabbia e sconforto” la notizia nella mancata concessione dell’estradizione dal Brasile di Cesare Battisti, condannato anche per l’omicidio di suo padre. “Quei politici, quei giudici andrebbero presi e portati su un aereo per venire in Italia e capire le sciocchezze che hanno detto. Ora lasciamo il fioretto e impugniamo la spada, perché se il rispetto delle regole porta a questo, d’ora in poi useremo il pugno di ferro”.
In una nota il Segretario Nazionale dell'UDC Lorenzo Cesa preannuncia: "Aderiamo con convinzione alla manifestazione organizzata il 4 gennaio 2011  davanti all'ambasciata del Brasile dalle famiglie vittime della violenza del terrorista Battisti. La manifestazione ci vedrà partecipi nel rappresentare la nostra solidarietà a coloro che chiedono solo di veder eseguita la sentenza stabilita dal nostro sistema giudiziario e certamente non l'esecuzione di una vendetta. "
 Aderisce alla manifestazione La Destra che con Eliana Farina "Accolgo con favore l'invito di Alberto Torreggiani, siamo pronti a scendere in piazza per non farci prendere in giro". Questo quanto annuncia Eliana Farina, responsabile regionale de La Destra in Lombardia. "L'appello di Alberto -continua Farina - è da accogliere, non possiamo restare a guardare le mosse di un paese, quello brasiliano, pronto a graziare Battisti, senza manifestare tutto lo sdegno che, come dice Alberto, ogni cittadino italiano onesto prova in situazioni come queste. Mi auguro che il nostro paese sappia, anche a livello istituzionale, dimostrare coi fatti quanta voglia di giustizia ci sia fra la gente".
Anche Bruno Berardi, candidato sindaco a Torino per la Fiamma Tricolore nonché Legale Rappresentante dell'associazione Domus civitas vittime del terrorismo vuole  intraprendere  una manifestazione dove parteciperanno molti cittadini nella città di Brasilia sotto le finestre della presidenza. Lo afferma in una nota Bruno Berardi, presidente dell'associazione 'Domus Civitas vittime del terrorismo. "Ancora una volta dopo la nostra manifestazione - aggiunge - che lo ricordo si e' avuta a Parigi qualche anni fa sotto le finestre dell'Eliseo, i parenti delle persone uccise dal fuggiasco Battisti devono avere giustizia perché è un atto civile che gli é dovuto. E il signor Battisti - conclude Berardi - deve scontare la sua pena in Italia per gli omicidi che ha commesso".

Conclusioni: La decisione di Lula  di non concedere l’estradizione in Italia al signor Battisti è un atto politico grave, una nota negativa che pesa sul suo operato.
Gli effetti poco edificanti dovuti a tale decisione sono molteplici.  Da una parte mettono in evidenza una rete di complicità e coperture, anche diplomatiche che lasciano intendere come certe protenzioni politiche internazionali possano finire, in pratica, per estinguere i reati. 
La realtà dimostra che certe persone, condannate per atti di terrorismo, sono libere e godono ancora oggi di appoggi importanti e ai massimi livelli. Non si capisce fino in fondo il perché e le motivazioni di tanta indulgenza e comprensione nei loro confronti, quasi fossero da considerarsi degli “eroi” o dei benefattori a cui tutto è concesso. Mentre, nella brutalità dei fatti, sono, invece, semplici assassini che non si sono nemmeno pentiti dei loro efferati crimini.
 Dall’altro canto, emerge anche la discriminazione che si fa dei morti, ossia si divide gli italiani in vittime di serie A e di serie B che francamente è umanamente, civilmente e politicamente inaccettabile. Infatti, tutte l'inermi vittime del terrorismo sono degne del massimo rispetto.  Per tornare nello specifico, per questo motivo l’ impunità di Battisti è tanto più grave, perché l’immunità gli è stata concessa e garantita da uno Stato sovrano,ovvero quella Entità etica che dovrebbe garantire sempre imparzialità e senso di saggezza e l'espressione della civiltà del diritto. Poi quando questo Stato straniero per di più si dice amico dell’Italia, queste decisione fanno più male. Il Signor Lula ci spieghi perchè il significato del suo pessimo agire, il motivo di questo chiaro affronto. Il suo atteggiamento ci lascia sconcerti, peggio diventa un’ offesa che umilia il concetto di giustizia e fa un grosso torto proprio ai familiari delle vittime e alla loro memoria.

 





Foto presa www.cronacalive.it 

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