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Pastori Sardi. Crisi del settore, diritto di manifestare e repressione. Quale futuro per gli italiani?

 

(ASI) La pastorizia vive da tempo una situazione difficile che rischia di far scomparire per sempre un settore che occupa migliaia di lavoratori. Infatti , se non ci saranno concreti e mirati interventi di sostegno a questa attività , si prevede che 2011 circa 7000 aziende sarde del settore agropastorale chiuderanno. Per evitare questa disastrosa deriva economica che avrebbe delle nefande ricadute sociali, diverse centinaia di pastori del Movimento Pastori Sardi (MPS), si sono imbarcati nel traghetto partito da Olbia, destinazione Roma. Infatti il loro intento era raggiungere la capitale per manifestare il loro disagio e per protestare contro la crisi del settore agropastorale e chiedendo al Governo concrete risposte concrete. Invece di essere ricevuti dal ministro ad accoglierli, una volta sbarcati a Civitavecchia c’erano le Forze dell’Ordine che, nel tentativo di identificarli e fermarli, hanno formato un cordone che ha portato inevitabilmente allo scontro. Risultato della giornata: 2 pastori denunciati e manifestazione bloccata (infatti nessuno è riuscito a raggiungere Roma).

Molte e politicamente trasversali le voci a sostegno delle istanze dei pastori sardi e di dura critica sull’operato di chi doveva garantire l’ordine pubblico ed è finito invece per reprimere una pacifica manifestazione e per ledere un diritto sancito dalla costituzione.

Il Capogruppo alla Camera dei Deputati Massimo Donadi (IDV) in un suo intervento sul suo spazio multimediale. www.massimodonadi.it come le seguenti parole esprime il suo forte dissenso: “Ancora una volta questo governo, di fronte ad un legittimo e pacifico dissenso, sa dare l'unica risposta che conosce, una risposta di ordine pubblico. Fermato, respinto, soffocato sul nascere il pacifico dissenso democratico. Nessuna apertura al dialogo, al confronto per giungere a soluzioni condivise. Questa è la cifra governativa di Berlusconi. Negli ultimi due anni e mezzo, a scendere in piazza non sono stati solo gli studenti. Si sono messi in moto persino le forze dell'ordine, i magistrati, gli avvocati, addirittura gli imprenditori edili che, per la prima volta nella storia, sono scesi in piazza accanto ai loro operai, simbolo evidente di un malcontento generalizzato che riguarda tanto la realtà operaia quanto quella imprenditoriale. Le risposte del governo sono state due: bloccare la protesta sul nascere e adottare la filosofia dello struzzo, nascondendo la testa nelle stanze auree dei ministeri e di palazzo Chigi. Meglio rinchiudersi ad occuparsi magari di legittimo impedimento, in una sorta di arroccamento fortemente simbolico, che aprire tavoli di confronto con i tanti settori in crisi, comme un governo responsabile avrebbe dovuto fare. Complice una copiosa informazione di giornalisti azzerbinati al potere. Ma nel caso della protesta dei pastori sardi si coglie un'evidente discriminazione etno-geografica da parte di un governo a forte trazione leghista. A quelle poche centinaia di allevatori del Nord, superpoliticizzati, o meglio, superleghistizzati, che per anni hanno bloccato strade arrivando a spargere letame, questo governo ha servito su di un piatto d'argento i benefici voluti dalla lega e dall'ex ministro Zaia, con l'accollo da parte dello Stato delle multe per la violazione delle quote latte. Questo è il governo dell'ingiustizia, del corporativismo, che lavora a compartimenti stagni e che protegge anche chi infrange la legge basta che sia "politicamente" tutelato. A tutti gli altri, a chi dissente pacificamente e democraticamente, a chi non ci sta, vale solo la regola dell'ordine pubblico e dello struzzo.

Con la seguente dichiarazione il capogruppo del Partito democratico della commissione Agricoltura della Camera, Nicodemo Oliviero (Pd), in merito alla vicenda, interviene: “ Sbagliato non ricevere pastori, ci faremo portavoce in parlamento loro istanze” Poi aggiunge: “Il silenzio di Galan sulle ragioni dei pastori sardi è molto inquietante e dimostra che il ministro cerca di nascondere il fallimento delle politiche del governo per il superamento della crisi e il rilancio del settore ovino-caprino. Per questo alla ripresa di lavori chiederemo al ministro di venire in commissione Agricoltura alla Camera per rispondere alle tante domande di merito che i pastori hanno posto in questi giorni e che non hanno avuto risposte concrete dall’esecutivo. Saremo portavoce delle loro istanze in parlamento. Vediamo se anche in quella occasione Galan resterà muto, così come è restato muto sulle nostre tante interrogazioni che stigmatizzano l’assurdità di aziende che ricevono i contributi statali per produrre il pecorino fuori dall’Italia”.

Della stessa opinione è: Antonio Cacace (La Destra): “ Ritengo non giusto bloccare “preventivamente” dei cittadini che non hanno commesso alcun reato. E’ stato ipotizzato che questi avessero intenzione di bloccare autostrade, danneggiare la Capitale ma da qui a permettersi di fermare onesti e infaticabili lavoratori e sequestrargli addirittura i pullman (per dei semplici sospetti) ne passa di acqua sotto i ponti…E’ discutibile dire oggi “abbiamo paura che commettano certi reati, aumentiamo la sicurezza nelle nostre città” sapendo cos’è successo fino a ieri. Penso sia sbagliato non permettere a dei cittadini liberi, a padri e madri di famiglia, di manifestare soprattutto dopo aver visto, solo pochi giorni fa, migliaia di “pacifici studenti” mettere a ferro e fuoco il centro di Roma senza che nessuno si sia mosso “preventivamente” per impedirlo. Eppure tutti sapevano cosa sarebbe successo il 14 dicembre a Roma! Inoltre mi domando come mai quelli del nord si e i sardi no.Mi spiego meglio: perché agli allevatori del Nord sono state “tolte” le multe dell’Unione Europea per le quote latte, mentre i pastori sardi non possono avere quel poco che guadagno?!?”.

Infine una delegazione di Forza Nuova, guidata da Giuseppe Onorato ha portato la propria solidarietà ai pastori sardi che, sbarcati a Civitavecchia, cercavano di raggiungere Roma, ma sono stati caricati dalla polizia presente in forze sulla banchina del porto. Onorato (FN) che ha incontrato nel primo pomeriggio i responsabili del Movimento Pastori Sardi dichiara: “Gli oltre trecento pastori sardi che hanno abbandonato il loro posto di lavoro e pagato di tasca propria le spese per la traversata Sardegna-Civitavecchia, con tanto di noleggio pullman (sequestrati dalla polizia), sono stati prima segregati nella zona sbarco e poi caricati dalla polizia. Trattati come criminali pericolosi. Esprimiamo solidarietà a tutti i pastori sardi che oggi hanno subito questa repressione, ma soprattutto Forza Nuova ha già offerto al Movimento Pastori Sardi il proprio appoggio incondizionato per le future iniziative di protesta, per accendere un riflettore sulla loro situazione. Oggi lo Stato italiano deve, di arretrati, ben Euro 9.000.000.000 alla regione Sardegna, sappiamo benissimo che una somma del genere farebbe rinascere l’economia sarda oggi messa a dura prova, dalla crisi economica e dalla mala gestione dei politici odierni. Inoltre il Movimento Pastori Sardo si trova in piena sintonia con le idee di Forza Nuova riguardo i dazi economici da mettere ai prodotti agricoli e alimentari che vengono dall’estero e circa la defiscalizzazione e tutela dei prodotti di italiani.”. 
Conclusioni. La crisi sta colpendo sempre di più settori strategici dell’economia italiana. L’abbiamo visto con la Fiat, lo stiamo vedendo con la piccola media impresa, l’agricoltura e il turismo. Questi ultimi due settori, sono le  principali fonti di ricchezza italiana. E’ tempo che, chi ci governa, recepisca e concretamente sostenga fino a renderli più competitivi questi strategici compartimenti.
La rinascita italiana avviene nel momento in cui si ridà etica, ergo dignità alla politica e si è pronti nel fare solidarietà sociale attiva. Il buon governo si dimostra ascoltando le lecite istanze, in questo caso, quelle dei pastori sardi, e quando insieme agli esperti del settore in crisi, ci si sforzi per trovare le soluzioni giuste al problema. Un buon statista lo si è  se si sa anteporre, prima delle proprie cause personali, le prioritarie, quanto legittime necessità degli italiani. Infatti il giudizio positivo o negativo dell’operato di un Premier dipende dalle sue capacità reali. Si è bravi se all’insorgere delle difficoltà per il proprio Paese, si è abilmente in grado  di trovare le opportune soluzioni ai problemi della comunità umana in nome e per conto si è stati chiamati a governare. Nel caso contrario oltre che incapace, si è politicamente indegno perché il non dare delle risposte alle esigenze reali del tuo popolo, significa far prevalere invece gli immorali interessi personali e, peggio, volontariamente o involontariamente, si è utile nel portare servili servigi, favori e vantaggi, anche a chi non ama la nostra Patria. Un bravo governante, se animato da buone intenzioni, accetta le sfide e sa ascoltare il suo popolo. Mi viene in mente un’immagine che si rifà ad un’usanza dell’epoca romana. molto sottile ma, estremamente necessaria ed efficace per riportare alla realtà delle cose l’essere umano. Per cui, quando Giulio Cesare andava a riscuotere la giusta e meritata ovazione del popolo romano e veniva portato in trionfo per i suoi successi ottenuti in battaglia, sulla stessa biga che lo trasportava, vi era una persona preposta a tenere l’alloro della vittoria, ma soprattutto a ripetere continuamente al grande condottiero la frase: “Ricordati che sei un uomo”. Un metodo che andrebbe riportato in auge con l’aggiunta delle seguenti parole: “…e sei italiano ...”.

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