Stando a tali dati le ricadute per i cittadini saranno di +604 Euro annui per una famiglia di 3 persone, cifra che equivale (per una famiglia così composta) ad oltre un mese di spesa alimentare.
È evidente come, nella situazione di forte difficoltà come quella che le famiglie stanno vivendo, tali aumenti risultano insostenibili.
Ma a fare le spese di questi intollerabili ed ingiustificati aumenti non sono solo i cittadini, è l’intero sistema economico.
L’incremento di prezzi e tariffe, infatti, contribuisce ad abbattere ulteriormente una domanda di mercato già in forte crisi (l’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori stima una contrazione dei consumi del -7,3% nel biennio 2012-2013). Tutto ciò non potrà che riportare ricadute sempre più gravi sul fronte della produzione industriale, alimentando così CIG e licenziamenti. Un circolo vizioso nel quale l’economia si dibatte da anni, a cui è necessario mettere la parola fine.
La prima operazione da avviare in questo senso è l’eliminazione categorica e non il semplice rinvio dell’aumento dell’IVA, che avrà ripercussioni negative in tutti i sensi, per le famiglie (con ricadute di 207 Euro annui), per le imprese (che continueranno a fallire a causa della forte contrazione della domanda) nonché per le casse dello Stato (dal momento che l’incremento dell’IVA determina una contrazione delle entrate fiscali, dovute a minori consumi oltre che alla deleteria crescita delle prestazioni in nero).
“Se realmente si vuole imprimere all’economia la spinta necessaria ad uscire dalla crisi è fondamentale agire in direzione di un rilancio della domanda di mercato, di un maggiore controllo sulla crescita dei prezzi e delle tariffe ed infine di un serio piano per la ripresa dell’occupazione e degli investimenti per lo sviluppo tecnologico e la ricerca.” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.
Redazione Agenzia Stampa Italia