La ricerca conferma che i cittadini, in mancanza di adeguati servizi territoriali e del cosiddetto riordino dell’assistenza primaria, scelgono le soluzioni più facili e meno costose come, appunto, il pronto soccorso.
E’ urgente, quindi, che il Governo disponga finalmente un progetto di riordino del sistema di assistenza primaria che preveda l’incremento dei presidi territoriali, anteponendo finalmente il futuro della sanità pubblica e la salute dei cittadini ai problemi di bilancio.
È giunto il momento di dire basta allo smantellamento dei diritti e degli obblighi a fornire assistenza e servizi, basta alle inaccettabili discriminazioni che il sistema dei tagli sta creando.
Infatti, le ridotte risorse pubbliche destinate alla salute hanno comportato non solo una riduzione dei posti letto, ma anche meno attrezzature mediche, meno attrezzature specialistiche, ecc.
Di conseguenza sono cresciute le liste di attesa ed i costi per gli utenti, sta crescendo il ricorso alla sanità privata (da parte di chi può permetterselo), e continueranno a crescere drammaticamente le rinunce e gli abbandoni.
Il Governo dia ascolto ai bisogni non sopprimibili di salute della nostra popolazione (anziani, malati cronici, neonati, donne ecc.), anche alla luce delle modifiche demografiche.
In tal senso è urgente intervenire:
- Stanziando risorse per migliorare la qualità di servizi e prestazioni, per accrescere professionalità e tecnologie, per sostenere la ricerca scientifica e farmacologica;
- Garantendo a tutti il diritto alle cure, difendendo la natura pubblica, universalistica, solidaristica e sussidiaria del nostro Servizio Sanitario Nazionale;
- Approntando un monitoraggio mirato alla qualità/adeguatezza dei servizi e delle prestazioni, a partire dalle liste di attesa;
- Disponendo un sistema di “valutazione di impatto”” della spesa sanitaria sui bilanci delle famiglie;
- Contrastando con determinazione i casi di corruzione/clientelismo e le situazioni di insufficienze/disfunzioni, e prevedendo un sistema di “segnalazione” alla Regione ed al Ministero.
Redazione Agenzia Stampa Italia