(ASI)La Federcontribuenti intende rassicurare da un lato, tutti i comuni italiani che dal prossimo 20 maggio resteranno, si fa per dire, senza Equitalia dall'altro lato vuole allertare i cittadini contribuenti e richiamare il governo affinché si muova per tempo. Per i comuni non ci sarà nessun caos, nessun rischio di perdere la riscossione di multe o altri tributi, perchè non è necessaria la presenza di nessuna società per rientrare delle somme. Ogni comune potrà infatti incaricare un qualunque avvocato per recuperare multe e tributi. Liberarsi di Equitalia, simbolo della prepotenza, arroganza ed ente dai poteri super spaziali, non risolve certo il problema del sistema della riscossione in Italia.
Prendiamo in esame i costi della riscossione: Equitalia, grazie all'esclusiva sul territorio nazionale, può applicare aggi da trattamento di vantaggio rispetto ad altre società di recupero credito, concorrenza sleale. Nel caso di riscossione mediante soggetti diversi da Equitalia, la legge non impone un tetto massimo all’aggio, ma solo che il nuovo regime non comporti costi aggiuntivi per il contribuente, di per se è una incongruenza: va imposto viceversa un tetto massimo. Secondo quanto riportato da Panorama, gli aggi applicati dai vari Comuni d’Italia saranno di gran lunga superiori rispetto a quelli della tanto odiata Equitalia. Prato con la Sori e in alcune città della Sicilia, dove c'è la Serit, l’aggio arriva al 10%.
Bologna, dove il servizio è stato affidato alla Engineering Tributi, l’aggio è pari al 9%. Con la Trentino Riscossioni, l’aggio grava tutto sul cittadino già dopo 30 giorni. Insomma, come da anni denuncia la Federcontribuenti va riformato il sistema della riscossione come anche la giustizia tributaria. Solo modificando le anomalie potremmo un giorno dire addio a questa vera ingiustizia sociale. In questo contesto solo lo Stato e i suoi enti, come le grandi holding o compagnie telefoniche, luce e gas e similari possono sostenere le spese di un recupero crediti, mentre, una qualunque PMI, difficilmente potrà sostenere i costi della procedura. Quanto costa recuperare un credito tramite un avvocato? Si parte con lo scrivere una lettera di diffida e messa in mora: costo, circa 200 euro. In assenza di risultati si procederà con un’azione legale, una sentenza o un decreto ingiuntivo per procedere ad esecuzione forzata. Il costo di un decreto ingiuntivo per un credito di 5 mila euro, tra contributo unificato, marca da bollo, copie del decreto, sua notifica e registrazione dell’atto presso l’Agenzia delle Entrate è di euro 251,17 di spese vive a cui aggiungere l’onorario dell’avvocato, circa 600,00 euro. Con il titolo esecutivo si può avviare il pignoramento, facendolo precedere dalla notifica di un atto di precetto: ulteriore costo di euro 111,83. Se il debitore ha un immobile si parte con la notifica di un atto di pignoramento immobiliare, tra le 20 e le 50), da trascrivere presso la Conservatoria dei Registri Immobiliari, costo, 250 euro circa di diritti. Il pignoramento va iscritto a ruolo, costo, 242 euro + marca da bollo da 8 euro. Il compenso dell’avvocato rischia di farci pentire di aver preteso un credito. Dopo circa tre anni, verrà fissata la prima udienza di comparizione, nel corso della quale sarà nominato un consulente tecnico d’ufficio, un perito del Tribunale per valutare l’immobile da vendere. Il suo onorario va anticipato, circa 500 euro. Saranno quindi nominati i custodi giudiziari e i delegati alla vendita, previsto anticipo di circa 600 euro. Le opportunità per un grande ente di riscuotere i vari crediti schiacciano quindi i diritti dei più piccoli.