Scontri a fuoco e bombe. La violenza è scoppiata la scorsa settimana nel quartiere di Abi Samra nella città libanese di Tripoli, dopo l’uccisione di Yehya Hassoun avvenuta venerdì pomeriggio, quando alcuni uomini in motocicletta gli hanno sparato mentre si trovava in un bar con diversi familiari. Gli scontri hanno interessato i membri della famiglia Hassoun e il gruppo islamico «Jundallah», già protagonista di altri episodi di violenza nella città libanese di Tripoli. Alcune fonti locali hanno riferito che ieri, sempre nel quartiere di Abi Samra, un uomo avrebbe lanciato una bomba a mano. L’episodio non ha provocato vittime.
Un nuovo nemico da combattere. La città di Tripoli vive da anni una situazione di assoluta insicurezza: gli scontri armati tra i miliziani salafiti di Bab al-Tabbaneh e gli abitanti alawiti di Jabal Mohsen, sono un grave pericolo per la stabilità dell’intero Libano. Intorno alla componente salafita libanese ci sarebbero anche molte influenze straniere che sono schierate in prima linea nel conflitto siriano. La precaria stabilità del Paese dei Cedri rischia di esplodere da un momento all’altro.
Fabio Polese – Agenzia Stampa Italia
ASI precisa: la pubblicazione di un articolo e/o di un'intervista scritta o video in tutte le sezioni del giornale non significa necessariamente la condivisione parziale o integrale dei contenuti in esso espressi. Gli elaborati possono rappresentare pareri, interpretazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell'autore e/o dell'intervistato che ci ha fornito il contenuto. L'intento della testata è quello di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, sull'argomento trattato, il giornale ASI è a disposizione degli interessati e a pubblicare loro i comunicati o/e le repliche che ci invieranno. Infine, invitiamo i lettori ad approfondire sempre gli argomenti trattati, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d'interpretazione