(ASI )La sentenza che respinge le richieste di Novartis è stata giustamente definita storica perché difende il diritto alla salute. Un diritto fondamentale che deve essere garantito a tutti, non solo a chi si può permettere di sostenere i costi onerosi di farmaci e cure. I brevetti, che hanno consentito alle aziende farmaceutiche anche di finanziare la ricerca e l’innovazione, non possono diventare “eterni monopoli” di multinazionali che fanno business sulla pelle delle popolazioni dei paesi in via di sviluppo, le più esposte ai rischi di malattie.
La sentenza garantisce l’accesso ai farmaci a basso costo nei paesi che mostrano di averne maggiore ed urgente bisogno. Tale sentenza, inoltre, costituisce un importante precedente per una diffusione sempre maggiore della cultura del farmaco equivalente che non ha nulla da invidiare a quello “griffato”.
Ora spetta alla comunità internazionale il delicato compito di estendere, rafforzare e far rispettare le regole che dovranno impedire di speculare sui brevetti “riproposti” di vecchi farmaci. I governi, a partire dal nostro Paese, avranno invece la responsabilità di investire e convogliare le risorse necessarie alla ricerca ed ai farmaci innovativi da mettere a disposizione a prezzi equi ed accessibili.
Redazione Agenzia Stampa Italia