Napolitano ha scelto di non ricandidarsi. Giustamente, vista l'età avanzata, e considerato che nessun suo predecessore ha svolto 14 anni di servizio. Il Pd ha fatto il nome di Romano Prodi. Questi gode di buona fama nelle fila del partito, è stato l'unico a battere il Cavaliere per due tornate elettorali. Ex rappresentante dell'IRI, quindi distruttore di uno degli Enti più importanti d'Italia, non può però essere ricordato positivamente dal popolo italiano, e o esser votato facilmente da tutto il Parlamento.
Ed è proprio questo il punto. Mancano ormai solo due giorni, ma i giochi non sono mai stati così poco nitidi quanto ora. Il malcontento popolare è alle stelle, e il popolo italiano non vede l'ora, veramente, di vedere finalmente deposti personaggi che occupano un seggio da trent'anni nella massima istituzione della Nazione. Ed uno dei movimenti che sta cavalcando quest'onda, per il quale si prevede un grosso successo elettorale, è quello 5 Stelle,guidato dal comico Beppe Grillo.
Poniamoci allora questo scenario per un attimo: un parlamento "balcanizzato", che rompe dopo anni e anni lo scenario del bipolarismo imperfetto all'italiana. Un Movimento nuovo, con un numero di parlamentari considerevole, non potrà certo votare Romano Prodi alla Presidenza della Repubblica. Sarebbe una schifezza che farebbe perdere il consenso in un attimo a tutto il Movimento, e rappresenterebbe il ritorno alla vecchia politica degli inciuci. E non sarebbe solo quella la novità: oltre ad un Capo dello Stato nuovo, potrebbero cambiare gli accordi stretti con l'Europa in precedenza, potrebbero sparire dal Parlamento personaggi del calibro di Casini, Fini, Di Pietro, Ingroia.
Manca poco, meno di due giorni ormai, ma gli scenari, potrebbero essere, per una volta dopo anni, molto interessanti.
Valentino Quintana per Agenzia Stampa Italia