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Disoccupazione all’11,1%, picco del 37,1% di quella giovanile. In Italia il più forte calo dei consumi dal dopoguerra. L’Italia ridotta allo stremo anche dal governo tecnico.
(ASI) I dati negativi che stanno emergendo confermano che la cura del governo tecnico con a capo Mr. Monti, fatta principalmente dell’aumento vertiginoso della tassazione, si è dimostrata totalmente inefficace a risolvere i problemi della nostro paese. Anzi, l’operato del professore della Bocconi ha peggiorato notevolmente  la situazione economica generale degli italiani. A dircelo sono i drammatici riscontri. Infatti,  a  novembre si conferma che la disoccupazione è a livelli alti. Secondo i dati provvisori forniti dall'Istat, il tasso di disoccupazione si è attestato all'11,1%, stesso valore registrato ad ottobre, e in aumento di 1,8 punti percentuali nei dodici mesi.

Come ad ottobre, si tratta del livello più alto registrato dal 2004. Però se si considerano i dati trimestrali è il dato più alto dal primo trimestre del 1999.

Invece, altro indicatore allarmante è  il primato  negativo della disoccupazione giovanile che è schizzata al 37,1% dal 36,5% di ottobre. In questo caso si tratta del dato più alto dal gennaio 2004 (inizio delle serie storiche mensili) e del record negativo assoluto mai registrato dal quarto trimestre del 1992 (inizio serie storiche trimestrali).

A novembre erano in cerca di lavoro 641mila under 25. Quanto infine agli occupati, a novembre 2012 erano o22 milioni 873mila, in diminuzione dello 0,2% sia rispetto a ottobre (-42mila) sia su base annua (-37mila).

Il tasso di occupazione, pari al 56,8%, è in diminuzione di 0,1 punti percentuali nel confronto congiunturale e invariato rispetto a dodici mesi prima.

Inoltre per quanto concerne i consumi nel 2012 si è registrato il più forte calo dal dopoguerra ad oggi. Lo scenario che si presenta è allarmante  negozi semivuoti, minori file alla cassa.  Si risparmia su tutto e si compra solo il necessario, Crolla addirittura anche  l’uso dell’energia elettrica; un calo del 2,8% rispetto al 2011. Si tratta della diminuzione più consistente dopo quella del 2009(-5,9%). Altro indicatore assai preoccupante  è il constatare che  la crisi economica del paese costringe  gli italiani a fare  pure necessarie rinunce per gli acquisti sugli alimentari.  Secondo alcune indagini dei produttori del settore(Coldiretti e Cia ) viene  rilevato che nel 2012 si è verificato una contrazione sugli acquisti dei  generi  alimentari del 4,7%  che equivale in termini economici, ad una minore spesa che oscilla tra i 1.300 e i 1.500 euro a famiglia. Ma attenzione al futuro con aumenti indiscriminati di tutto, prezzi, addizionale Irpef regionale, Tares, ecc,ecc…. ma attenzione, in questo drammatico scenario, il nostro paese, già ridotto allo stremo, dovrà subire pure  il prossimo aumento di 1 punto percentuale dell’aliquota Iva (che passa dal 21% al 22%). Ciò potrà influire negativamente sull’economia italiana. Un ulteriore colpo di grazia finale alla ripresa dei consumi

Questa situazione accade perché contestualmente  alla tassazione esasperata attuata dal governo tecnico di Mr. Monti, non ci sono stati finanziamenti alla economia in crisi, investimenti in ricerca e grandi opere, l’aumento dell’occupazione e l’adeguamento all’aumento del costo della vita dei salari e stipendi   per lavoratori e pensionati. Con il risultato: nei primi 9 mesi del 2012 è calato del 4,1% il potere d’acquisto di chi lavora.

Commento: E’ la palese contraddizione del liberismo che, oltre ad essere socialmente ingiusto, crea una delle sue forze nel sistema consumistico. Un processo fatto di  lavoro-produzione-consumo-profitto, ma al contempo non dà alla gente sufficienti mezzi economici per consumare. Soffre l’economia reale con la chiusura di fabbriche, si licenziano i lavoratori, si generano tensioni sociali. Mentre la “finanza creativa” che si basa sugli investimenti in borsa e nel mercato globale cinicamente specula. Risultato, senza sudore,  i ricchi diventino più ricchi, i poveri più poveri e la classe media scivola progressivamente verso l’indigenza. Prima che sia troppo tardi fermiamo i tecnici travestiti da politici, impediamo di rappresentarci a chi vuole privare della sovranità le nazioni ed affamare i popoli. Non votiamo i premier chi sono costretti a rivolgersi per genuflettersi ai potentati economici apolidi  per vedere  accettata  la candidatura. Riappropriamoci del nostro futuro  con la lotta civile. La storia ci impone di essere protagonisti in questa battaglia di civiltà.

Ettore Bertolini – Agenzia Stampa Italia

 

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