(ASI) “La situazione politica attuale è caratterizzata da una fase di totale instabilità. Una fase che è il prodotto di due anni di assoluta mancanza di politiche di contrasto alla crisi così come della forte mobilitazione che abbiamo messo in campo”. Lo ha detto il segretario generale della CGIL, Susanna Camusso, nel corso della relazione introduttiva al Comitato Direttivo Nazionale.
“E’ molto probabile - ha aggiunto - che il parlamento voti la sfiducia il 14 dicembre: un risultato che non possiamo non giudicare positivamente perché così finalmente il governo la smetterà di fare danni”.
La CGIL teme “le code velenose che rimangono un rischio e che questo governo potrebbe esercitare”. Sono tre le “possibili code velenose” che preoccupano Camusso: “Siamo di fronte ad un aggravamento della crisi industriale che ha a che fare con questioni di carattere finanziario e con il rimodellarsi degli assetti di potere; un piano per il Mezzogiorno ancora molto incerto caratterizzato dalla sottrazione delle risorse ordinarie per un nuovo fase di centralizzazione; dal procedere del processo federalista: la decretazione in atto va sospesa soprattutto alla luce di quanto accadrà dopo il 14 dicembre e il probabile voto di sfiducia al governo”. Quanto alla riforma dell’università, Camusso ribadisce che: “Va ritirato il disegno di legge che peggiora la condizione dell’università e non la migliore ma, nel caso venisse approvato dopo il 14, dobbiamo dare una qualità differente alla nostra mobilitazione che non si limiti al solo contrasto ma che si accompagni ad una proposta”.
In merito al tavolo ‘per la crescita’ avviato con le associazioni d’impresa e con le organizzazioni sindacali, Camusso ha osservato: “I prossimi dieci, quindici, giorni saranno decisivi per capire se ci sono le condizioni per fare un accordo su tutti i punti”. Su quattro di questi (ammortizzatori sociali, Mezzogiorno, semplificazione amministrativa, ricerca e innovazione), ha ricordato il numero uno della CGIL, “abbiamo trovato un’intesa. Rimangono ancora aperti tre punti: fisco, federalismo e produttività, sui quali continueremo a discutere con le altri parti sociali, guardando al merito e senza farci condizionare dall’evoluzione del quadro politico. Nel prossimo direttivo convocato per il 20 e 21 dicembre faremo le nostre valutazioni”. Inoltre, ha ribadito che il tavolo “non sarà la sede del tagliando al modello contrattuale. Per noi sono ancora valide le motivazioni che non ci hanno fatto sottoscrivere quel modello e, inoltre, non è utile accelerare l’idea di tagliando senza prima aver avanzato e condiviso al nostro interno una proposta”.
Su democrazia e rappresentanza Camusso ha posto in premessa un monito: “Per avviare una stagione differente tra le parti il presupposto è che i temi della democrazia e della rappresentanza diventino un tema di riferimento. La mediazione individuata con la piattaforma unitaria non è più sufficiente - ha spiegato il leader CGIL - perché contenuta, appunto, all’interno di uno schema unitario di riferimento mentre il clima adesso è profondamente mutato. Bisogna provare invece a utilizzare il criterio della rappresentanza per la formazione di maggioranze e di mandato. E’ necessario favorire la costruzione di coalizioni all’interno di una logica di mandato che sottragga ogni materia al vincolo referendario”. Non solo, ha concluso Camusso, “sul tema serve una decisione pattizia che contempli non solo le organizzazioni sindacali ma anche le controparti”.
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