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Servono più voci possibili contro la tecnocrazia montiana
(ASI) Il sei dicembre, in Piazza dei Signori, a Padova, Maurizio Landini, segretario generale della FIOM Cgil, con una folla di 15 mila persone, invitava a non terminare la lotta contro il sistema “produci – consuma – crepa”. Penso sia stata la parte più interessante del suo intervento, toccando l'apice quando ha pronunciato le seguenti parole: “Il governo sta devastando lo stato sociale e il mercato del lavoro, bisogna cambiare quadro politico”. Ha palesemente ragione, evitando magari di passare nelle mani di chi questo governo lo ha sostenuto, sia Pd che Pdl.

Per quanto concerne la disfatta italiana sul fronte montiano, mi sento in obbligo, ancora una volta, di ricapitolare tutto il disastro che questa legislatura ha fatto sì che si abbattesse sulle nostre persone. In particolare, se pensiamo che oltre alle tasse, non si è fatto null'altro, vuol dire che i grandi economisti “tecnici” hanno veramente poca fantasia. I dati più recenti, inoltre, parlano chiaro. Pensiamo ad esempio ai “choosy”. Se la riforma dell'apprendistato del Ministro Fornero doveva apportare un incremento dell'apprendistato, è vero invece l'esatto contrario. I dati del'Isfol, indicano che dal 2008 il numero medio di apprendisti occupati è passato da 645 mila a 542 mila, con un crollo de 16%. Inoltre, l'età degli impiegati, invece di calare, anagraficamente è salita a più di venticinque anni, riguardando sempre meno gli adolescenti. Per questo la riforma Fornero avrebbe esteso a 29 anni la durata di questo contratto, e promosso un'ulteriore decontribuzione dell'apprendistato per le imprese, in cambio dell'assunzione di almeno il 50% degli apprendisti dopo tre anni. Così facendo, si legittima la tendenza delle imprese ad assumere i diplomati e i laureati indipendentemente dal loro titolo di studio. Inoltre, come forma di lavoro, l'apprendistato è stato presentato dal governo come un modo per contrastare gli stage ed i tirocinii gratuiti o a rimborso quasi nullo. Ovviamente, non è stato così. Un recente rapporto di Bankitalia stima che il 40% dei giovani tra i 24 e i 35 anni in possesso almeno di una laurea triennale svolge un lavoro senza qualifica. La flessibilità è al massimo, e precari si rimarrà a vita, se veramente non si cambiano le politiche economico - sociali.

Altro dato estremamente inquietante è rappresentato dai numeri della cassa integrazione e dalle domande di disoccupazione: secondo i dati diffusi dall'INPS diffusi il sei dicembre, le ore di cassa autorizzate nei primi undici mesi del 2012 hanno sfondato la quota di un miliardo, quando, durante il 2011, a fine novembre si erano mantenute sotto quella soglia (1,004 miliardi contro gli 898,1 milioni del 2011). Oltretutto, in un solo mese, ad ottobre di quest'anno, rispetto a settembre, le domande di disoccupazione sono aumentate vertiginosamente, del 47,68%.

Solamente guardando i dati relativi a novembre, rispetto alle ore di Cig (cassa integrazione in deroga) si possono osservare crescite esponenziali: sono state autorizzate 108,3 milioni di ore di cig, riscontrando un aumento del 27,5% in più rispetto allo stesso mese dello scorso anno (erano 84,9 milioni); e rispetto ad ottobre, la crescita è del 5,1% (rispetto a 103 milioni).

Per le domande di disoccupazione invece, la stessa cosa: ad ottobre ne sono state presentate 161.150, riscontrando un aumento del 12,84% rispetto alle 142.812 presentate ad ottobre lo scorso anno e del 47,68% rispetto al precedente mese di settembre 2012 (109.122).

La crisi invece di essere risolta dai tecnici, cresce, invece di diminuire, toccando livelli antecedenti al governo Monti, cioè all'anno 2010. Basti citare la nota del Presidente dell'INPS, Antonio Mastrapasqua: "Si conferma, rafforzata, la tendenza all'aumento di richieste di cassa riproponendo l'andamento del 2010, quando furono autorizzate 1,2 miliardi di ore, piuttosto che quello del 2011, quando non venne raggiunto il miliardo".

Questo è il baratro in cui siamo precipitati, irrisolto dai tecnici. Nessun riguardo per i lavoratori, per i giovani, per i disoccupati. Tutti i problemi dell'Italia irrisolti salvo l'aggravio di tasse e controtasse. Sebbene il futuro sarà tetro, non molti rimpiangeranno la tecnocrazia montiana...

 

Valentino Quintana per Agenzia Stampa Italia

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