Certamente questi dati vanno aggrediti con politiche di livello nazionale, ma il Governo dell’Umbria può fare la sua con azioni mirate e con politiche che ripropongano un’alleanza concreta con la Chiesa Cattolica che oggi può essere, indipendentemente dal lato confessionale, l’ammortizzatore più importante su cui può contare la Comunità regionale.
In questo contesto è stata particolarmente significativa la conferenza del Cardinale Giuseppe Betori sulla nuova evangelizzazione tenutasi a Città di Castello. Certamente la missione di reintrodurre stili di vita più sobri e comunitari va interpretata dalle Istituzioni in maniera “laica”, ma è fuori di dubbio che la religiosità - di cui è permeata l’’Umbria - ed il recupero delle tradizioni della nostra terra possono, oltre che far “reinvestire” singoli e famiglie sul trascendente, anche sortire l’effetto di determinare l’uscita dall’individualismo, dal mondo virtuale delle reti telematiche, da un becero consumismo ed al contempo favorire un’alleanza di Popolo basata su sobrietà e condivisione di sacrifici, come è nelle nostre più antiche consuetudini.
Sta alla Regione e agli Enti locali favorire questa alleanza, investendo magari un po’ delle poche risorse rimaste. Il ritorno ai parametri economici di metà anni ’90 dimostra l’eccezionalità di una crisi che può essere affrontata solo con consapevolezza e con una forte condivisione di Popolo, attraverso una forte applicazione di quella sussidiarietà orizzontale che è, tra l’altro, opportunamente prevista nel nostro Statuto regionale.
Redazione Agenzia Stampa Italia