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(ASI) "Apprendiamo con allarme e preoccupazione dell’espulsione dell’ambasciatore siriano in Italia. Un atto che ancora una volta pone il nostro Paese alla testa dei governi interventisti e guerrafondai e ci allontana da quel ruolo di dialogo e equivicinanza che per decenni aveva caratterizzato la nostra politica estera."
Lo afferma in una nota Maurizio Musolino del dipartimento esteri del Pdci, che prosegue: "I Comunisti italiani da anni lavorano per la pace e lo sviluppo della regione mediorientale, ripudiando la guerra come strumento di risoluzione dei conflitti. Lo facciamo con la convinzione che la legalità internazionale per essere tale deve valere sempre, a partire quindi dall’imporre a Israele il rispetto delle centinaia di risoluzioni dell’Onu che puntualmente disattende. In Siria oggi è in gioco una partita ben più ampia di quella sui diritti. In primo piano non sono le giuste rivendicazioni del popolo siriano, ma la volontà di abbattere e sostituire un governo che in questi decenni non si è allineato ai voleri degli Usa. Il nostro governo si deve adoperare come soggetto di mediazione e di dialogo e non come supino alleato del Pentagono. Serve una svolta nella politica estera, un cambiamento che guardi con maggiore attenzione a quanto grandi nazioni come la Cina, il Brasile, il Sudafrica, l’India, la Russia, da tempo vanno dicendo."
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