Un posto dove le donne sono libere. Un giardino dove a crescere non sono solo i fiori, ma le opportunità. L'Italia e gli Stati Unitihanno lavorato insieme in Afghanistan per costruire il Giardino delle donne a Kabul: lo Sharara Garden. L’inaugurazione è avvenuta alla presenza dell’Ambasciatore italiano, Claudio Glaentzer, del Ministro degli Affari Femminili, Husun Bano Ghazanfar, dell’Ambasciatore americano Karl W. Eikenberry, e del Responsabile Paese della ONG Care.
Il giardino è stato riabilitato da USAID e Care con la collaborazione del Governo italiano, e le strutture costruite dalla Cooperazione Italiana: il Training center, il ristorante Hamesha Bahar, e l’asilo per i bambini delle donne che frequentano il Giardino. Allo Sharara Garden le donne di Kabul gestiscono alcuni negozi, passeggiano, chiacchierano, seguono corsi di formazione professionale, come quelli avviati nel 2004 nell’ambito del progetto italiano di Formazione Professionale e Imprenditoria Femminile. Un programma pilota, forse unico nel suo genere, perché ha insegnato a un gruppo di donne vulnerabili mestieri per lo più riservati agli uomini, come il taglio e la lavorazione delle gemme, l’assemblaggio di apparecchi solari e fotovoltaici, la riparazione di strumenti elettronici, la ristorazione e il catering. Le donne coinvolte nel programma hanno dato vita a quattro piccole imprese, ormai indipendenti che costituiscono un esempio di emancipazione economica e di sviluppo sociale. Sultan Razia intaglia pietre e crea gioielli, Tolo-e-Shams lavora nel settore dell’elettronica e del fotovoltaico, Mushtari offre servizi di catering mentre Hamesha Bahar, l’unica attività ad avere ancora sede nel Giardino, è l’unico ristorante-pizzeria gestito da donne in tutta Kabul. A gennaio del 2011, il Training Centre della Cooperazione Italiana avvierà nel Giardino delle Donne un nuovo ciclo di corsi di formazione professionale.
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