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Intervista all'ambasciatore della Repubblica Bolivariana del Venezuela

Intervista in esclusiva
per Agenzia Stampa Italia
a Sua Eccellenza
Luis Josè Berroteran Acosta, 
Ambasciatore  della
Repubblica Bolivariana del Venezuela










Diamo il benvenuto a Luis Josè Berroteran Acosta, Ambasciatore della Repubblica Bolivariana del Venezuela. In seguito alle recenti elezioni politiche, come potrebbero cambiare lo scenario del Venezuela?

Un saluto veramente speciale a tutto il pubblico italo-venezuelano, che osserva, che nota e che segue con attenzione questa notizia che rappresenta la continuità della democrazia venezuelana. Per il Venezuela, per il Governo, il gran numero di votanti rappresenta un messaggio universale della volontà democratica che esiste tanto nel popolo quanto nelle intenzioni del Governo. Questo risultato non si discosta dalle volontà del Governo: più democrazia, più partecipazione del popolo venezuelano, e la costruzione del suo destino attraverso un Governo di partecipazione popolare. Nello stesso modo, speriamo che il gran numero di posti ottenuti dall’opposizione nel Parlamento, rappresenti anche per loro più democrazia, senza alcun sospetto di golpe, di brogli, ma, proprio come dicevamo, di una maggior democrazia.

 

Dopo le diverse forti prese di posizione in politica estera da parte del Presidente Hugo Chavez, determinato e duramente critico nei confronti della politica di ingerenza degli Stati Uniti, qual è la collocazione geopolitica del Venezuela?

Il nostro principale alleato commerciale sono gli Stati Uniti, tanto a livello di importazione quanto di esportazione. Non comprendiamo le intenzioni del Governo statunitense in certe situazioni, ma in ogni caso pretendiamo la nostra autodeterminazione, la scelta del nostro popolo, in una maniera obiettiva, sincera e senza alcuna intromissione di alcun tipo. Il popolo venezuelano chiede rispetto al popolo statunitense, come a tutti gli altri popoli del mondo. In caso di ingerenza, in caso di intromissioni, in caso di ostruzionismo, allora la politica estera del Venezuela può senz’altro trovare altri mercati, altri alleati, altri punti di appoggio nel globo, proprio perché la nostra idea internazionale è quella di un mondo multipolare, dove tutti i soggetti internazionali abbiano stessa dignità, stessi diritti e dove tutte le differenze linguistiche e culturali siano rispettate.

 

Che rapporti esistono tra l’Italia e il Venzuela?

Storicamente, parlando degli ultimi sessanta anni, la relazione tra Italia e Venezuela ha costituito un rapporto basata sull’amicizia, sulla fratellanza e di accoglienza alla grande comunità italiana che emigrò nel nostro Paese, per cercare nuove prospettive di vita. Da questo punto di vista, tutto ciò non può che migliorare, e per quanto riguarda l’ambito economico, negli ultimi anni c’è stato un incremento molto importante in questa relazione, che vede la salda presenza di diverse imprese italiane nel nostro territorio, relativamente alle infrastrutture (costruzioni ferroviarie) e all’approvvigionamento energetico, con l’Eni impegnata nei giacimenti di petrolio e di gas del Venezuela.

 

Da alcuni anni tutto il Sud America appare in forte ascesa sullo scenario mondiale. Quanto il Venezuela di Chavez ha contribuito a questo mutamento, soprattutto in relazione al ruolo dell’ALBA (Aliancia Bolivariana por l’America Latina y El Caribe)?

Il popolo venezuelano decise democraticamente di seguire un leader che rappresentasse un cambiamento costituzionale, una dottrina bolivariana di fratellanza della grande patria dell’America Latina. Se altri popoli hanno ricevuto tale messaggio, e hanno voluto accoglierlo, attraverso i propri leader, questo non potrà che rappresentare un grande risultato, con una più vasta unità continentale e maggiori benefici per tutti noi. Questo messaggio è rivolto non solo ai nostri popoli, ma anche a tutti quelli che, come l’Africa e  il resto del mondo, intendano costituire con noi un fronte importante. Non vogliamo peccare di protagonismo e non vogliamo imporre alcun indirizzo in questa larga alleanza, semplicemente chiediamo la vicinanza dell’umanità, diffondendo questo messaggio, e cercando la più ampia partecipazione nell’idea di salvare un mondo che si sta autodistruggendo per colpa del peggior capitalismo. Seguiremo sempre la nostra concezione di autodeterminazione, credendo sempre che, proseguendo su questa strada di cooperazione, potremo porre le basi per creare un mondo migliore.

 

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