(ASI) La nuova frontiera della colonizzazione culturale si chiama: soft power.
Capostipite di questa morbida penetrazione culturale è stata la Cina che tramite gli istituti Confucio ha iniziato a diffondere in tutto il mondo la propria millenaria cultura; ora il testimone sembra essere stato raccolto dal Brasile, non a caso altra grande economia emergente.
Giusto per dare alcuni dati basti considerare che il paese latino-americano ha da poco superato la Gran Bretagna nella classifica delle superpotenze economiche mondiali, grazie alla ricchezza derivante dal commercio di gas e petrolio.
Conquistato il mondo economico il Brasile ha però la necessità di ripulire la propria immagine dopo dittature varie, favelas e quant’altro ed ha scelto come strumento per esportare l’immagine migliore di se lo sport.
Tra il 2014 ed il 2016 infatti tutto il globo si fermerà prima per i Mondiali di calcio quindi per le Olimpiadi ospitate dal paese carioca.
Ciò comporterà un grandissimo ritorno d’immagine all’amministrazione locale ma darà vantaggi anche ai brasiliani grazie alla promozione di nuove infrastrutture e al rilancio delle aree urbane.
Un fiorire di opere infrastrutturali in divenire, quindi: dal treno in grado di collegare rapidamente i luoghi delle gare, ai nuovi tram fino ad arrivare alla completa riqualificazione del distretto portuale di Rio, il cosiddetto progetto “Porto Maravilha” costituito da musei, uffici, parchi e persino da una darsena per navi da crociera.
Molti dei giochi inoltre si terranno in prossimità della spiaggia di Barra da Tijuca ciò, nelle intenzioni degli organizzatori, dovrebbe incentivare il turismo nel paese
Il merito di Lula prima e della Roussellf ora è stato quello di aver lavorato in prospettiva per il proprio paese sfruttando le due più grandi vetrine sportive del mondo per risollevare l’immagine del proprio paese investendo sulle infrastrutture, una storia questa che si ripete ormai da molti decenni che ha sempre fatto da cornice alla crescita esponenziale di un paese, due esempi su tutti le Olimpiadi di Roma del 1960 in pieno boom economico oppure la già citata rassegna olimpica di pechino di quattro anni fa, o per finire la rinascita spagnola concisa con Barcellona !992.
I più pessimisti potrebbero citare invece il caso di Atene 2004, quando la Grecia per tornare ad ospitare dopo più di un secolo che tra conti truccati e bilanci non proprio veritieri si trova oggi a dover affrontare una crisi economica epocale.
A differenza della Grecia però il Brasile può contare su una economia florida ed in espansione due aspetti che non possono che rafforzare il soft power carioca.
Fabrizio Di Ernesto – Agenzia Stampa Italia