(ASI) Lettere in Redazione. Arkady R.Rotenberg faceva l’insegnante di judo, per poi divenire un industriale miliardario vendendo condotte alla Gazprom. Yuri V. Kovalchuk possedeva una minima percentuale di una piccola banca a S. Pietroburgo e negli ultimi anni è riuscito a prendere il controllo di una serie di succursali di Gazprom e possiede un patrimonio personale pari a 1.5 miliardi di euro.
Gennady N.Timchenko, un tempo dirigeva un piccola raffineria di petrolio, per divenire ora uno degli uomini più ricchi del mondo, con utili pari a 70 miliardi di dollari grazie alle esportazioni di petrolio e a contratti siglati con la Rosneft, la compagnia petrolifera nazionale russa.
Cosa hanno in comune questi tre uomini? Semplice, sono tutti amici di Vladimir V. Putin, il quale è destinato a vincere un nuovo mandato per i prossimi 6 anni proprio domenica.
I tre miliardari sono il frutto di 12 anni al potere di Putin e i suoi critici dichiarano che questo genere di relazioni siano la prova di una corruzione endemica nel sistema politico russo. Questi soggetti si sono arricchiti, secondo gli oppositori del presidente, attraverso accordi con compagnie statali, ma, secondo Putin, l’improvvisa scalata miliardaria dei suoi amichetti non ha nulla a che fare con il loro rapporto, ma piuttosto è frutto del merito degli stessi. Questi rapporti stretti sono impressi nella mente dell’opinione pubblica e ne va della reputazione del presidente, perché i fatti sono evidenti, si tratta di persone a lui vicine che sono diventate miliardarie.
Inizierà ora in Russia una delle più importanti privatizzazioni terriere mai viste, per riassestare i bilanci del governo, il quale intende trasferire 50 miliardi di beni al settore privato nei prossimi 5 anni; non sarebbe una sorpresa, se questi apprezzamenti terrieri finiranno nelle stesse mani della cerchia ravvicinata di amici del presidente e, secondo molti, il futuro di questi stessi oligarchi senza Putin sarà molto dubbio.
Lo stesso presidente rinnega qualsiasi legame con queste persone e nel frattempo, per placare gli animi, ha pubblicato una dichiarazione dei redditi per la quale la Fornero a confronto dovrebbe essere nella classifica di Forbes.
Il presidente ironicamente dichiara entrate annue per 153,000$, mentre la moglie guadagna 1,200$ dai suoi depositi bancari. Putin ha dichiarato anche 14 ettari di terra vicino Mosca e un umile appartamento di soli 74 metri quadrati compreso garage a San Pietroburgo e tre macchine tra le quali due d’epoca ed una Lada, infine tra lui e la moglie avrebbero messo da parte in banca risparmi pari a $500,000.
La Rosneft adesso vende tramite la compagnia di Timchenko, la Gunrov, il petrolio, controllando un quinto delle esporatzioni dalla Russia.
Secondo wikileaks, la Gunvor sarebbe una fonte segreta di entrate per Putin, ma la compagnia ha immediatamente dismesso le accuse. Kovalchunk da direttore di una filiale di una piccola banca di San Pietroburgo è diventato ora il direttore generale di Gazprom e guarda caso è il vicino di casa di Putin. I Rotenberg hanno interessi importanti nella vendita di condotte a Gazprom, nelle distillerie di Vodka, nelle miniere e nei porti.
Gazprom nel 2012 ha acquistato ben il 93% delle condotte da Arkady Rotenberg. Secondo Forbes, lo stesso Rotenberg vale 11 miliardi di dollari. Gli amici di Putin riescono a chiudere accordi che altrimenti sarebbero impossibili da fare senza le dovute procedure burocratiche. Litvinienko ad esempio, oggi a capo della campagna elettorale di Putin, ha ricevuto come ringraziamento personale il 5% delle azioni di un’azienda che opera nel settore dei fosfati e gli genera utili per 560 milioni di dollari, ma Putin respinge le accuse dicendo che in cambio del sostegno elettorale ha ripagato il suo amico con qualche azione (che sarà mai!).
Si dice che chi trova un amico trova un tesoro, ma nel caso di Putin, si può dire chi trova un amico trova un caveaux; bisogna aspettare e vedere quanto durerà però perché le manifestazioni contro Putin non sembrano smettere da Dicembre ad oggi, ma chissà se vedremo o meno un’estate russa paragonabile alla passata primavera araba!
KIM NAVARRA
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