(ASI) La guerra in Medio Oriente incalza e infuria da quasi una settimana. Sono migliaia i morti e i feriti accertati tra le due fazioni, che hanno palesemente aperto un nuovo fronte sullo scacchiere geopolitico delle potenze mondiali.
Allora per comprendere le dinamiche internazionali che muove il conflitto, occorre conoscere quali sono gli equilibri, anche a livello diplomatico, tra le varie parti coinvolte.
A questo punto, per molti, è stato doveroso chiedersi quale tipo di influenza – o meglio, “opinione strategica” – abbiano i diversi Paesi, in particolare superpotenze come Russia e Cina. Le…
Nonostante la presenza economica e militare predominante degli Stati Uniti nella regione, la loro capacità di mediazione si sta indebolendo. La politica americana è spesso percepita come sbilanciata in favore di Israele, ostacolando ogni sforzo di dialogo multilaterale. A ciò si aggiungono le divisioni interne negli USA sulla gestione del Medio Oriente, acuite dai conflitti in Iraq, Afghanistan e dal ritiro strategico dalla regione.
Cina e Russia cercano di colmare il vuoto lasciato da una politica estera americana più cauta, sfruttando il loro allineamento con attori regionali come Iran e Siria. La mediazione nella crisi Iran-Israele rischia così di diventare terreno di scontro tra potenze globali, con la creazione di piattaforme parallele di negoziazione che riflettono la contrapposizione tra blocchi (Occidente vs Eurasia), rendendo ancora più arduo il raggiungimento di una soluzione condivisa.
Massimiliano Pezzella – Agenzia Stampa Italia
*Immagine realizzata tramite AI Microsoft Copilot.