(ASI) In un'intervista rilasciata al quotidiano Il Messaggero, Stefano Zamagni, docente di economia all'università di Bologna, rimprovera l'Unione europea di "ragionare con la testa dei tecnocrati, che non conoscono la Storia e la matrice culturale di ciascun Paese".
Per l'economista, la soluzione alla crisi greca non passa attraverso il "far morire di fame la gente per applicare un principio giusto o scateranere una guerra civile", bensì trovando "una via d'uscita negoziata". Zamagni sostiene: "Si potrebbe proporre ai greci: noi vi allunghiamo le scadenze del debito e vi aiutiamo nella fase di transizione, a condizione che voi facciate le riforme necessarie". Il quale aggiunge, poi: "In Grecia c’è un dieci per cento di popolazione super ricca, ci vorrebbe perciò una riforma fiscale che andasse a toccare quei patrimoni improduttivi".
Il docente accusa inoltre l'Unione europea di smemoratezza: "La Storia ce lo insegna: se a un popolo si impongono sanzioni troppo pesanti poi le cose vanno a finire male".