(ASI) È un normale venerdì sera nei sobborghi di Mosca. Il centro Crocus Circus Hall, centro di richiamo per le famiglie, durante le festività natalizie organizzano grandi eventi per i bambini, era gremito di persone per il concerto dei Picnic.
Tutto sembrava andare bene quando all'ingresso, dotato di metal detector si sono presentati in cinque che hanno aperto il fuoco ed eliminato le guardie armate di soli sfollagente, le prime vittime.
Si sono poi diretti verso la grande sala auditorium sparando ed uccidendo chiunque incontrassero.
Qualcuno aveva dato subito l'allarme e le persone all'interno erano state invitate ad uscire.
Nei video diffusi sulle piattaforme social russe, quali Vkontacte, vediamo il momento in cui i 5 entrano nella sala ed iniziano a sparare su chiunque capiti loro a tiro.
Uno dopo l'altro cambiano e vuotano i caricatori degli AK-12 ( nota interessante, sono i modelli più recenti, e ve ne sono pochissimi in circolazione, se ne trovano in Ucraina, dove vengono raccolti
sui campi di battaglia).
Uccidono a sangue freddo le persone che trovano nascoste, non badano al sesso, all'età, siano essi uomini o donne o anche bambini.
Danno fuoco alla struttura della sala usando liquidi infiammabili e fuggono confondendosi tra la folla.
Il piano di fuga è già pronto, salgono su una macchina, dove li attende un sesto complice e fuggono in direzione della regione di Bryansk, verso sud ovest da Mosca.
Durante la fuga gettano le armi dall'auto in corsa.
Arrivati a circa 100 Km dal confine con l'Ucraina, vengono identificati e fermati da alcune pattuglie che aprono il fuoco contro di loro e riescono a bloccare il veicolo con ormai le gomme a terra.
Alcuni si danno alla fuga ma vengono fermati dopo poco.
Interrogati in maniera, diciamo non gentile, iniziano a parlare e a confessare di essere stati pagati per questo attacco, da un tal predicatore, sono tutti Tagiki, non sembrano affatto appartenere all'ISIS, non hanno usato le modalità dell'ISIS nell'attacco e nemmeno nella fuga, che mai o quasi avviene.
Hanno ricevuto un qualche addestramento militare, ma non di livello elevato, non sono forze speciali per capirci, non pare si conoscessero prima di qualche settimana fa, altra modalità strana.
Tutto fa pensare che siano stati arruolati per compiere questa strage, ma da chi?
Di certo possiamo dire che da subito, l'intervento USA per dichiarare che l''Ucraina fosse estranea, attira invece proprio su di essa i sospetti.
Successivamente sono gli USA che nuovamente dichiarano che vi sia l'ISIS dietro l'attacco, anticipando perfino una anomala rivendicazione della defunta organizzazione terroristica, ormai ridotta brand di franchising.
La rivendicazione ISIS è arrivata addirittura due volte, una molto generica e la successiva più specifica a cura di un ramo ISIS definito ISIS-K, ovvero del Caucaso, ma ciò non rimuove le varie anomalie, quando mai l'ISIS arruola con soldi e compenso i suoi scagnozzi noti per il desiderio di martirio?
Tutto punta verso Kiev.
Perfino una inattesa visita di un alto funzionario statunitense che in genere precede grandi eventi di attacchi ucraini contro Mosca.
Due giorni fa si è infatti recato a Kiev, non annunciato, Jake Sullivan.
https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2024/03/20/sullivan-visita-a-sorpresa-kiev-e-incontra-zelensky_0629e961-c525-46bc-af6f-8daae08abd33.html
Cosa sia andato a fare realmente non si sa, ma del resto non lo si sa mai.
Annotiamo comunque la rara coincidenza del tutto “fortuita” di questo evento.
I malconci terroristi hanno dichiarato che qualcuno li attendeva per farli attraversare la frontiera vicino al confine ucraino.
Prima regola di un complotto è far fuori gli esecutori.
Probabilmente gli organizzatori ipotizzavano che gli sprovveduti sarebbero stati uccisi dalle forze di sicurezza russe indugiando troppo all'interno della sala concerti per eliminare più persone possibili, ma non è stato così, hanno velocemente appiccato le fiamme e sono fuggiti.
Nell'eventualità che fossero fuggiti, hanno dato loro istruzioni precise, gettare le armi e dirigersi verso il confine dove sarebbero stati presi in custodia da agenti che li avrebbero portati in Ucraina, ecco, le istruzioni di liberarsi delle armi, come hanno fatto e che sarebbero stati attesi mi fanno propendere per l'idea che non avrebbero trovato angeli custodi che li avrebbero portati oltre confine, ma sicari che li avrebbero eliminati.
Malauguratamente per gli organizzatori i testimoni hanno diffuso il modello ed il colore d'auto ricercata, la velocità di fuga non è stata sufficiente e sono stati intercettati da una pattuglia.
Il fatto che siano vivi, significa che ai russi serve che parlino, non che muoiano, cosa che allontana del tutto i sospetti dalla false flag organizzata dagli stessi Russi, che davvero non ne hanno proprio bisogno in questa fase in cui hanno un certo vantaggio sul campo di battaglia e anche politicamente godono di ampi appoggi nel mondo libero.
Il Presidente Putin è stato rieletto da pochi giorni con un elevatissimo consenso, oltre l'80% dei voti, davvero non immagino alcuna ragione di guadagno per i Russi da questa vicenda.
Usa e Ucraina hanno invece ragioni differenti, il blocco dei finanziamenti USA imposto dai Repubblicani, è un problema ad oggi insormontabile, così come le difficoltà crescenti di Kiev in guerra.
Spingere Mosca a gesti inconsulti servirebbe a dipingere nuovamente Mosca come crudele aggressore, magari scatenando la sua ira contro i civili.
Verranno delusi amaramente, se conosco il Presidente Putin così come il suo entourage, vaglieranno con attenzione ogni aspetto della situazione, prova contro i mandanti e valuteranno attentamente ogni mossa da intraprendere e le sue conseguenze.
Agiranno solo a mente fredda e distaccata dalle emozioni del momento, che sono tante e sono state ben visibili nel Presidente russo che ha parlato oggi alla nazione.
La scelta di usare l'ISIS come copertura per l'operazione è la scelta ovvia per l'Occidente, e per gli USA in particolare.
L'ISIS è stata ampiamente utilizzata in passato, in Siria ha occupato per conto degli USA gran parte della Siria e dell'Iraq.
Al momento opportuno, l'ISIS in Siria ha sempre assecondato le manovre USA per occupare la parte est del Paese e porla sotto il loro controllo.
L'ISIS combatteva contro i siriani, ma non contro gli USA, durante l'avanzata della coalizione a sostegno di Damasco (Siria, Russia, Iran, Hezbollah, Afghanistan, Iraq ) l'ISIS opponeva forte resistenza per impedire loro di raggiungere Deir Ezzour assediata, mentre dal lato USA, si ritirava spontaneamente per decine di Km senza combattere.
Le stesse tribù locali che appoggiavano il Califfato, ammainavano le bandiere nere del Califfato ed issavano quelle gialle e meno ingombranti delle SDF, formazioni ripulite come immagine, ma composte dagli stessi gruppi che prima erano nell'ISIS.
Durante l'assedio di Deir Ezzour le difese siriane furono pesantemente attaccate dai caccia occidentali, USA e forze NATO, un attacco durato oltre 3 ore che costò la vita a 180 soldati siriani e il tracollo della linea di difesa siriana, l'ISIS ne approfittò immediatamente, erano pronti all'assalto e sfondarono le difese indebolite, dilagando dietro le linee e dividendo in due la città.
Solo il ritorno del generale Issam Zahareddine salvò la situazione, ma da allora fu più che chiaro che ISIS e forze USA e NATO agissero di comune accordo.
Oggi sembra proseguire questa comunanza di intenti, quando occorre colpire impunemente i civili in Russia, si usa il brand ISIS che viene buono per ogni occasione.
Nel frattempo la guerra continuerà e le manovre occidentali per ribaltarne l'esito finora per loro sfavorevole, proseguiranno.
Stefano Orsi per Agenzia Stampa Italia