(ASI) Ha preso il via ieri a Pechino, di fronte a circa 400 partecipanti, il China Development Forum, evento promosso annualmente dal Centro di Ricerca sullo Sviluppo del Consiglio di Stato ed organizzato dalla Fondazione Cinese per la Ricerca sullo Sviluppo.
La due-giorni si propone come momento di confronto di alto livello, fungendo da piattaforma di dialogo tra il governo cinese, le maggiori imprese globali, il mondo accademico e le organizzazioni internazionali. Presente, tra gli ospiti stranieri, anche il CEO di Apple Tim Cook, a conferma dei legami ancora profondi tra l'economia cinese e quella statunitense, nonostante la guerra commerciale e la serrata competizione tecnologica in atto.
Intervenendo durante la cerimonia di apertura, il primo ministro Li Qiang ha spiegato ai presenti come il tema dell'edizione di quest'anno, sintetizzato dallo slogan Il Costante Sviluppo della Cina, rifletta l'attenzione e le aspettative di tutti i settori per lo sviluppo di lungo termine, stabile e di alta qualità dell'economia cinese. Li ha inoltre precisato che il colosso asiatico ha raggiunto con successo i principali traguardi e compiti in materia di sviluppo economico e sociale nel 2023, aggiungendo che l'economia cinese mostra forte resilienza, grande potenziale e vitalità, mentre i fondamentali della sua adeguata crescita di lungo periodo restano invariati.
Pechino «ha sempre considerato il rispetto per il mercato e i servizi alle imprese quale focus importante nella pianificazione del lavoro economico, essendo sempre stato promotore dello sviluppo delle imprese», ha sottolineato il primo ministro, che ha proseguito: «Dallo scorso anno, il governo ha ulteriormente migliorato ed ottimizzato i servizi e stabilito un regolare meccanismo di comunicazione con le imprese».
Rivolgendosi in primis agli investitori stranieri, come riporta il China Daily, Li ha assicurato che la Cina approfondirà ulteriormente le riforme in aree strategiche, continuerà a migliorare l'efficacia dei servizi governativi, proteggerà i legittimi diritti ed interessi di tutti i tipi di imprese in conformità con la legge, promuoverà stabilmente l'apertura istituzionale in termini di standard, management e regole, nonché si connetterà con continuità al mondo attraverso un più alto grado di apertura. Obiettivo di fondo: continuare a favorire un ecosistema imprenditoriale orientato al mercato e di livello mondiale, regolato da un adeguato impianto normativo.
Secondo quanto annunciato da Li, la Cina adotterà anche misure pratiche ed efficaci per promuovere lo sviluppo di alta qualità e conferire maggior certezza ed energia positiva alla ripresa e alla stabilità della crescita globale. Il premier ha posto l'accento in particolare sul rafforzamento delle politiche macro di correzione e coordinamento, citando provvedimenti specifici riguardanti l'espansione della domanda interna, la costruzione di un mercato unificato nazionale, la nuova urbanizzazione, il rinnovamento su larga scala delle apparecchiature e il trade-in dei beni di consumo.
A fargli eco è stato Zheng Shanjie, direttore della Commissione Nazionale per le Riforme e lo Sviluppo, tra i più importanti dipartimenti di livello ministeriale in seno al Consiglio di Stato: «Il focus della Cina sullo sviluppo di nuove forze produttive di qualità e sulla promozione dello sviluppo di alta qualità genererà grandi opportunità per le imprese sia in patria che all'estero ed inietterà un grande impulso alla ripresa economica e alla crescita globali».
Dal canto suo, anche la direttrice generale del Fondo Monetario Internazionale, Kristalina Georgieva, presente a Pechino insieme al presidente della Banca Mondiale Ajay Banga, ha spiegato come la transizione cinese dagli alti tassi di crescita del passato all'alta qualità della crescita odierna rappresenti il giusto bivio da imboccare ed il Paese sia deciso a farlo.
Sebbene i problemi non manchino - a partire da certi lasciti del vecchio modello di sviluppo, come la sovraccapacità produttiva in taluni comparti industriali ma soprattutto la delicata situazione del mercato immobiliare, messo a repentaglio dal fallimento del gigante Evergrande - i settori innovativi stanno ormai prendendo sempre più piede in Cina, caratterizzando, coi loro prodotti e servizi ad alto contenuto tecnologico, i principali vettori di crescita dell'economia del Dragone.
Oltre a Tim Cook c'erano altri nomi importanti, come ad esempio Pascal Soriot, CEO del colosso farmaceutico anglo-svedese AstraZeneca, che ha ascoltato con attenzione le parole di Li Qiang, dichiarando ai microfoni di China Daily: «Riconosciamo i numerosi punti di forza della Cina nell'accelerazione [sui fronti, ndt] della sanità, dell'innovazione e della sostenibilità a livello globale e guardiamo con grande attesa all'avanzamento di ulteriori opportunità di collaborazione con aziende cinesi, sia per promuovere le innovazioni cinesi all'estero che per progredire nella ricerca scientifica all'interno dei nostri stessi laboratori».
Bill Winter, CEO della finanziaria britannica Standard Chartered, si è detto pienamente fiducioso che quest'anno la Cina possa centrare l'obiettivo di crescita del 5%, dopo il 5,2% registrato nel 2023, aggiungendo che il Paese è ancora il maggior contributore alla crescita globale. Winter ha anche osservato come il numero dei CEO stranieri presenti a Pechino fosse circa il doppio rispetto all'edizione dell'anno scorso: «Credo che ciò rifletta il livello di crescente interesse per il mercato cinese e per gli investimenti in Cina».
Secondo Denis Depoux, direttore generale globale della tedesca Roland Berger, società di consulenza strategica, le aziende straniere possono giocare un ruolo più ampio nel sostegno alla trasformazione economica del Paese asiatico in ambiti quali la decarbonizzazione, l'automazione e la digitalizzazione delle catene industriali e logistiche, aggiungendo che gli sforzi di Pechino per sviluppare nuove forze produttive di qualità saranno in grado di attrarre nuove imprese estere e dunque maggiori investimenti e tecnologie.
Chiusi in giornata i battenti del China Development Forum, da domani toccherà ad un altro classico appuntamento di primo piano: il Forum di Boao per l'Asia. In questo caso, la dimensione si fa regionale ma l'impatto del Continente sugli equilibri internazionali è talmente grande che gli occhi del pianeta sono ormai da molti anni puntati anche su questo evento. Delle prime cinque economie mondiali ben tre sono asiatiche - Cina (2a), Giappone (4a) e India (5a) - ed il computo sale a 7 se si allarga lo sguardo alla top-20 grazie alla presenza di Corea del Sud, Indonesia, Turchia e Arabia Saudita.
Ospitato, come di consueto, dall'omonima cittadina della provincia insulare di Hainan, il Forum proporrà un ampio dibattito su argomenti di estrema attualità. Le quattro giornate, comprese tra il 26 e il 29 marzo, affronteranno temi dirimenti quali il futuro dell'Asia, la frammentazione nel commercio mondiale, la rivoluzione tecnologica, la transizione energetica, la governance globale dell'intelligenza artificiale, l'economia digitale e la cooperazione Belt and Road (BRI) di alta qualità.
Andrea Fais - Agenzia Stampa Italia