(ASI) Martedì scorso il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador (Amlo) ha ricordato l’impresa compiuta da Pancho Villa nel 1916 a Columbus, nel Nuovo Messico, in cui uccise 18 memici.
Amlo ha definito quell’azione “audace” spiegando che i messicani dovrebbero ringraziare Villa “tra le altre cose, per l'audace impresa di aver attaccato Columbus, nel Nuovo Messico, per prevenire quelli che considerava atti di tradimento”.
Pancho Villa è uno dei più popolari eroi locali ed ha da sempre un ruolo di spicco nei libri di testo quanto fatto nella rivoluzione tra il 1910 ed il 1917; nello specifico l’attacco di Colombus era principalmente legato alle controversie personali di Villa, non alla Rivoluzione, e le precedenti amministrazioni messicane erano rimaste per lo più in silenzio al riguardo. In questa occasione però il primo mandatario López Obrador ha citato il suo storico preferito, Pedro Salmerón, affermando che l’attacco era “un simbolo di resistenza contro l’imperialismo”.
Le forze di Villa attaccarono Colombo la mattina presto del 6 marzo 1916, saccheggiando e bruciando case e attività commerciali; nello scontro rimasero uccisi anche dei civili; subito dopo il presidente Usa Woodrow Wilson ordinò una spedizione militare di 11 mesi in Messico per inseguire Villa che però sfuggì sempre all’arresto.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia