L'Iran è in prima linea nel contrasto al traffico della droga che parte dall'Afghanistan. Ma lo stesso alacre impegno per debellare la piaga mondiale del narco traffico viene svolto anche dalla comunità internazionale?
Secondo Mohammad Ali Ghanezadeh, l'inviato iraniano, presso la conferenza di Roma,sull'Afghanistan, svoltasi il 18 ottobre, l'esperienza di questi anni ci ha insegnato che la comunità internazionale non è così seria nella lotta al narcotraffico come la Repubblica Islamica iraniana. Inoltre il diplomatico i ha spiegato che Teheran è “determinata in questa lotta” per la quale finora ha sacrificato la vita di “3700 poliziotti di frontiera”, e di cui le stanno dando atto anche diverse organizzazioni internazionali. Ma “quando chiediamo alla comunità internazionale di aiutarci veramente oltre le belle parole, quando chiediamo all'Occidente di fornire alla nostra polizia di frontiera visori notturni, scanner o radar che consentano di localizzare i convogli di narcotrafficanti, ci rispondono di no perché questi strumenti rientrano nella categoria dual use''. Ali Ghanezadeh ha riferito inoltre di una speculazione del mercato di stupefacenti che comporta la vendita di oppio e cocaina in Europa e Occidente a prezzi molto più alti rispetto ai Paesi limitrofi l'Afghanistan: “In Iran, per fare un esempio, un kg di eroina costa 7 mila dollari, in Turchia 17 mila dollari, in Europa da 70 a 100 mila dollari. Dove pensate che i narcotrafficanti indirizzino le sostanze per avere profitti maggiori? Per questo - ha osservato il diplomatico iraniano - chi non collabora con noi lo fa ai danni delle proprie popolazioni”. Questo, insomma, potrebbe essere un canale di cooperazione concreta tra Teheran e la comunità internazionale, così come la collaborazione nella formazione della polizia di frontiera e dei giudici afghani. Su questo, ha concluso Ali Ghanezadeh, “collaboreremo con tutti i Paesi che vorranno farlo”.
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