(ASI) Riaffermare e rilanciare i rapporti con la nuova Libia, offrire al governo di el-Kib la sponda italiana verso una transizione democratica e ribadire il ruolo dell'Italia, per anni partner privilegiato. Questi gli obiettivi principali della missione a Tripoli del Presidente del Consiglio Mario Monti, avvenuta il 21 gennaio, accompagnato dai Ministri degli Esteri e della Difesa Giulio Terzi e Giampaolo Di Paola.
Monti mira a stringere una 'Tripoli declaration', una sorta di cornice politica che faccia da apripista anche ai futuri accordi operativi. Quelli economici in prima linea con una missione del Ministro dello Sviluppo Corrado Passera, accompagnato da una delegazione di imprese, da far seguire già a febbraio. Ma anche quelli legati all'immigrazione con un viaggio del Ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri.
Tra le tappe della sua giornata a Tripoli, Monti - che porterà ai libici anche la 'Testa di Domitilla', statua trafugata da Sabrahta nel '90 - inaugurerà la sede del Consolato italiano. E insieme ai suoi ministri ed all'ad dell'Eni, Paolo Scaroni, tornerà a Roma anche con una serie di intese firmate. A cominciare da un accordo quadro di cui il Ministro Di Paola discuterà domani nell'ambito del contributo italiano alla stabilizzazione del paese sul fronte della sicurezza e del controllo delle frontiere. E che punta, a più lungo termine, ad offrire cooperazione e assistenza industriale sulla base alle esigenze dei libici. E’ prevista anche la firma di accordi nei settori della pesca, della cooperazione doganale e sul fronte energetico, con l’Eni.
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