(ASI) Sempre più in salita il dialogo di pace tra il governo colombiano e i guerriglieri dell’Ejercito de liberacion nacional (Eln). Il presidente della Colombia, Gustavo Petro, è infatti tornato ad attaccare il gruppo condannando il sequestro di un militare dell’esercito da parte della guerriglia Eln; il nuovo scambio di accuse arriva mentre sono in corso negoziati nel quadro del processo di "pace totale" avviato tra il governo e rappresentanti della fazione armata.
“Condanno il sequestro del sergente dell’esercito nazionale. Sono azioni che sabotano qualsiasi possibilità di pace”, ha scritto Petro su Twitter, aggiungendo “questi atti di violenza contro la Forza pubblica e quello che soffrono giornalmente le comunità non possono essere ammessi nella nostra società”.
L'Eln, da parte sua, ha rivendicato il sequestro del sergente con un comunicato emesso a firma del "Fronte di guerra orientale" dove si garantisce che il militare “riceve un trattamento in accordo con i diritti umani e alla realtà della guerra che si vive nel dipartimento di Arauca”. Il rappresentante delle forze di sicurezza è stato sequestrato scorso 14 febbraio ad Arauquita, nella regione di Arauca al confine con il Venezuela, una delle più colpite dalla guerra tra le fazioni irregolari che lottano per il controllo del territorio e del traffico di droga.
Solo 24 ore dopo aveva preso il via in Messico il secondo round di negoziati tra governo ed Eln nel quadro della proposta di un accordo sulla "pace totale" con tutti i gruppi armati del Paese avanzata dal presidente Petro fin dal suo insediamento ad agosto del 2022. In quell'occasione il capo negoziatore dell'Eln, Pablo Beltran, aveva auspicato “un efficace avanzamento e sostegno al processo di pace in Colombia”.
Messico, Venezuela, Cile, Norvegia e Brasile sono garanti del processo in corso, iniziativa accompagnata anche da Onu, Chiesa cattolica e dai governi di Svezia, Germania, Svizzera e Spagna.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia